All’inizio del sentiero, sulla destra, c’è l’unica fonte di tutto il percorso: fare una dose abbondante di acqua.
Prima tappa al Rifugio Alpe Corte (1419 m), i rifugisti ci vanno con la jeep. Il panorama inizia subito notevole e a giugno il profumo dei maggiociondoli arriva fin qui (più avanti c’è un bosco stupendo, tutto giallo!). Inoltrarsi quindi nel vallone a sinistra (a destra si va verso i Laghi Gemelli, seconda tappa del Sentiero delle Orobie) e si arriva comodamente al Lago di Branchino (1784 m), passando da diversi alpeggi. Ancora pochi minuti e si è all’omonimo passo, al cospetto dell’imponente parete nord dell’Arera (1821 m). Qui si imbocca il Sentiero dei Fiori, quello basso, il n.222. L’altro, quello che passa dalla Bocchetta di Corna Piana, si percorrerà al ritorno.
Il sentiero n.222 è tutto in piano, e in un’ora di spettacolo botanico (è segnato anche come Zona di particolare interesse botanico, e a ragione) si arriva al Rifugio Capanna 2000. Il paesaggio qui è deturpato da un impianto di risalita (la salita da Zambla Alta passa in mezzo alle piste da sci), ma ci regala la prima vista della cresta da percorrere per raggiungere la cima. Si risale l’evidente cresta erbosa e si vede subito a sinistra il sentiero alto da utilizzare per il rientro. La cresta è segnata da qualche ometto, pennellate di vernice un po’ sbiadita e tracce di sentiero. Man mano che si sale, gli ometti si fanno più evidenti e si sale seguendoli. Arrivati sull’anticima (che ci permette di vedere finalmente la nostra meta) ci si cala verso destra in un canalone, sempre con sentiero. Si scende per qualche metro ed ecco la scaletta e le poche corde che aiutano a passare un tratto di roccette. Ora i segni diventano più evidenti, ed accompagnano fino alla cima.
Dalla vetta si scende fino alla fine della cresta e si piega a destra in direzione del sentiero n.244. Questo taglia in costa la dorsale del monte, scollinando poi si trova ancora un ampio vallone da attraversare e si vede dall’altra parte la croce della Bocchetta di Corna Piana. Si passa sotto imponenti pareti, qui i fiori sono di meno, ma sempre spettacolari. Si passa anche sotto la cima dell’Arera e si rivede la croce in cima che svetta su pareti severe. Arrivati alla bocchetta (2070 m) inizia la vera e propria discesa prima su ghiaione di sassi grossi poi su traccia erbosa che riporta al Passo Branchino.
Da qui si rientra al parcheggio lungo il sentiero dell’andata.