Il periodo migliore per le salite al Monte Zebrù va da metà giugno a fine luglio. A stagione inoltrata può affiorare ghiaccio nella parte alta rendendo nettamente più impegnativo e insidioso il tratto finale.
L’accesso al Rifugio V Alpini per la Val Zebrù è decisamente lungo, in quanto la strada è chiusa al traffico dalla frazione Niblogo, ma è possibile usufruire di un servizio di trasporto privato con mezzi fuoristrada e accorciare l’avvicinamento (per info e contatti consultare il sito internet del rifugio). In questo caso il dislivello si riduce a circa 1650 m.
1° giorno: da Niblogo è possibile utilizzare un servizio di trasporto privato che risale tutta la Val Zebrù, toccando le Baite Campo di Mezzo (dove si trova un piccolo rifugio privato) e proseguendo fino alla Baita del Pastore 2168 m dove la sterrata termina (8 km da Niblogo, se viene percorso a piedi calcolate 2 ore).
Dalla Baita del Pastore si prosegue lungo una ripida stradina che risale un vallone detritico ed erboso (Vallone del Rio Marè), fino a quota 2525 m nei pressi della teleferica per il trasporto materiali del Rifugio V Alpini, dove termina. Il sentiero (ottimamente segnalato e con cartelli indicatori) risale tutta la morena sul versante sinistro prendendo rapidamente quota. Sotto il dosso roccioso che sostiene il Rifugio, il sentiero volge a destra con una serie di diagonali e poi girando nuovamente verso sinistra si raggiunge lo spiazzo roccioso dove è situato il Rifugio V Alpini 2878 m (ore 2,00 dalla Baita del Pastore).
2° giorno: dal rifugio si prende un sentiero che sale ripidamente a sinistra, raggiungendo una selletta che consente, con leggera discesa su rocce montonate, di mettere piede sul ghiacciaio (Vedretta dello Zebrù) diviso in due branche. Si attraversa in piano la prima branca del ghiacciaio, quindi con una nuova discesa su sfasciumi si traversa in direzione della imponente piramide rocciosa della Punta Thurwieser e si raggiunge la seconda branca, qui si piega a destra (attenzione ai crepacci), seguendo la pista (se è presente) destreggiandosi tra numerosi crepacci e superata una zona abbastanza ripida, si raggiunge la parte superiore del ghiacciaio. Si trascura a sx la diramazione che porta al vicino Passo dell’Ortles, e proseguendo a dx per facili pendii glaciali si raggiunge quindi il Giogo Alto 3527 m (pochi metri sopra il Passo è ben visibile il Bivacco Città di Cantù).
Ci sono ora due possibilità per raggiungere la cima:
1) la via normale tradizionale (PD): una volta superato il crepaccio terminale volge decisamente a destra, salendo in diagonale fino a raggiungere la cresta Ovest, sotto un’evidente paretina rocciosa. Raggiunta la cresta non rimane che seguirla integralmente su neve e qualche breve tratto di misto (con passaggi di I e II), fino a raggiungere l’anticima dove si trova un ometto di pietre e una rudimentale croce di legno (ore 4,00 circa dal Rifugio V Alpini, indicativo). La vera cima è il dosso nevoso 50 m più a Est.
2) la paretina Nord (PD+/AD-, a seconda delle condizioni): superare il crepaccio terminale si salire direttamente il ripido pendio di sinistra (40°), sotto la cresta di supera una seconda terminale più delicata, e con un tratto molto ripido (45°) si raggiunge direttamente la sella fra l’anticima e la vera cima del Monte Zebrù.
In discesa è possibile seguire entrambi i percorsi, facendo la dovuta attenzione nel caso si scenda per la paretina nevosa. In caso di ghiaccio è possibile effettuare delle calate da fix con maillon direttamente dall’anticima con la croce o dalla spalla dove la normale raggiunge la cresta.
Una volta raggiunta l’ampia sella del Giogo Alto si segue a ritroso la pista che riporta al Rifugio e quindi a fondovalle.
- Cartografia:
- Tabacco foglio 08 - Ortles-Cevedale - scala 1:25000
- Bibliografia:
- Ortles-Cevedale - Guida dei Monti d'Italia CAI-TCI