Accesso: Da Chiavenna oltrepassata la frontiera proseguire in territorio elvetico sino a Bondo dove una strada sterrata conduce in Val Bondasca.
per salire in auto fino a Laret è stata messo una biglietteria automatica all'inizio della sterrata. La biglietteria accetta sia Franchi Svizzeri che Euro (banconote e monete) e da il resto. Il costo del pedaggio per le auto all' 1 agosto 2007 è di 9 €/11 CHF.
Per chi volesse scendere per lo spigolo faccia conto di almeno 5/6 ore dalla cima all'inizio del sentiero (esclusi imprevisti tipo corde che si impigliano ecc.).
Per le calate mantenere la stessa direzione della salita.
La lunghezza minima(consigliata) della corda è di 70 mt. per calate da 35. Meglio 2 corde da 60 mt.
Dal parcheggio si percorre il sentiero che si snoda sulla sponda destra (orog.) del torrente sino ad un bivio (panchina e cartelli indicatori).
Qui si devia alla propria destra e si scende ad attraversare il torrente per poi iniziare la salita lungo un ripido sentiero che conduce velocemente alla Capanna Sasc Fourà (1904 m), base di partenza per tutte
le salite al versante settentrionale del Pizzo Badile.
Dal rifugio seguire il ,sentiero che conduce alla Capanna Sciora, dopo circa 1 ora di cammino, a 2250 m di quota, si giunge ad un bivio.
Prendere a destra e per placche e gande (ometti segnavia) risalire l’evidente dosso prolungamento naturale dello spigolo N. Portarsi poi sul lato occidentale del dosso in direzione di due evidenti nevai che si risalgono direttamente o si aggirano percorrendo delle placche rocciose inclinate; si punta infine ad una selletta posta a 2590 m di quota, dove iniziano le difficoltà (1.45 ore dal rifugio).
Superare il primo risalto dello spigolo arrampicando lungo il suo lato orientale (III), seguendo poi una placca (pass. IV, spit) sino alla selletta posta a monte del risalto. Proseguire con piacevole arrampicata sul filo dello spigolo per circa quattro lunghezze (III) arrivando alla base di una placca (Placca Risch). Superare la placca ed aggirare sulla destra il risalto che la chiude, riprendendo poi a salire (IV e IV+, ch. e spit).
Proseguire nuovamente sullo spigolo (III) sino ad una lastra staccata, salirvi sopra e continuare tenendosi un poco a destra del filo per poi tornare in cresta ed arrivare ad un corridoio sul versante occidentale formato da un grande blocco staccato (III e III+, due tiri dalla lastra). Percorso il corridoio salire per una serie di diedrini sempre mantenendosi sul versante occidentale raggiungendo una zona interessata da una recente frana (1998); si supera un ostico strapiombino e si ritorna, scalando una breve placca, sul filo dello spigolo (due tiri IV e IV+, 1 pass. di V).
Si continua lungo lo spigolo (III e IV) sino ad una zona di roccia chiara (la ‘frana’, 1950) e poi ancora sino ad una caratteristica placca liscia solcata da numerose fessure. Superare la placca (2 spit), proseguire poi per un diedro di roccia chiara e fratturata che sviluppandosi verso destra evita un risalto (due lunghezze di III, IV e IV+).
Si continua sullo spigolo che va progressivamente diminuendo di inclinazione (III) e poco prima della vetta occidentale, formata da un compatto torrione, ci si abbassa sul versante NE e si segue un’evidente cengia che conduce a monte del torrione.
Proseguire ora più facilmente sino alla vetta.
Lungo l’intera via le soste sono ottimamente attrezzate con grossi anelli resinati (utilizzabili per le doppie in discesa); sono inoltre presenti alcuni spit nei tratti più impegnativi.
Per la discesa conviene percorrere la via normale che si sviluppa sul
versante meridionale sino al Rifugio Gianetti.
Dalla vetta si scende per insicure rocce nell’ampio canale roccioso che caratterizza la via di discesa per iniziare poi una serie di calate (soste attrezzate) che portano sino alla base del caminetto dove si deve avere l’accortezza di uscire dal canale per portarsi sulle placche iniziali della via normale.
In caso di errore, se si continua la discesa in doppia nel canale, sono comunque attrezzate le soste per le calate (a testimonianza della facilità di sbaglio); in questo caso si deve prestare molta attenzione alle eventuali scariche di sassi che vengono convogliate nel canalone.
Giunti alla base della montagna si raggiunge in breve, per gande e poi per sentiero, il Rifugio Gianetti.