Le punte sono:
SIGNAL DU GRAND MONT CENIS (m 3377)
PUNTA RONCIA (m 3612)
POINTE DU VIEUX (m 3464)
POINTE DU CHAPEAU (m 3419)
POINTE DE LA HAIE (m 3452)
LAMET (m 3505)
SIGNAL DU LAMET (m 3483)
SEGNALE DEL LAGO (m 3428)
Un giro che appaga la vista, lo spirito e rivaluta la bellezza dell'anfiteatro del Colle del Moncenisio, a torto snobbato da chi non sa scrutare a fondo la maestosità e la bellezza di queste montagne.
Il percorso è facile e molto frequentato nella prima parte fino al Colle du Lou (m 3042, Passo del Lupo) in quanto il sentiero sfrutta una mulattiera che a zig-zag con poca fatica raggiunge quasi il colle. Percorso che si fa detritico e più faticoso solo in prossimità del medesimo (ore 2,30 dall’auto).
A questo punto lasciati gli zaini è d’obbligo la breve digressione a sinistra (10 minuti) che conduce sulla cima del Sommet de la Nunda (m 3100), ove sulla vetta centrale è posto un ripetitore a pannello solare ben visibile dal basso.
Di qui occorre poi tornare sui propri passi fino al Colle e ripresi gli zaini iniziare a salire la dirupata cresta che vista dal basso appare molto più temibile di quel che in realtà non è. Le rocce più affioranti sul versante nord a volte sono l’unico mezzo per proseguire tra i detriti e richiedono fermezza di piede ed assenza di vertigini perché in certi tratti una caduta potrebbe risultare fatale, perché difficile da arrestare se non assicurati a corda. Le difficoltà comunque non superano mai il 1° grado della scala UIAA.
Dopo aver superato un primo torrione, una cresta detritica conduce in prossimità della cima del Signal du Gran Mont Cenis sulla cui anticima (30 luglio 2000) è piantato uno sci che dal basso appare come un palo indicatore. Non lasciare quasi mai il filo di cresta poiché anche se pare più semplice passare di poco sotto ci si accorgerà che i traversi detritici sono assai più pericolosi ed inospitali della cresta medesima.
Solo in prossimità del torrione visibile dal basso che ne caratterizza l’anticima occorre tenersi sul versante meridionale (lato Colle Moncenisio) per evitare lo strapiombo frontale della cresta. Ritornati in cresta con un esposto passaggio raggiungere la vera vetta (ometto) del Signal du Gran Mont Cenis o Cima Parè (m 3377, seconda cima dell’attraversata).
Calcolare dal punto di partenza ore 3,45. Di qui la Roncia (m 3612) appare in tutta la sua straordinaria bellezza in quanto sono ben visibili i suoi ghiacciai del lato opposto e la profonda seraccata finale.
Scendere facilmente il detritico versante opposto sino ad una depressione quotata m 3290. Da qui, superando sulla sinistra alcuni affioramenti rocciosi più pronunciati che interrompono l’andamento uniforme della detritica cresta, portarsi sul dosso superiore più uniforme, ripido e detritico sino alla cima (ore 5,15 dalla partenza).
Di qui il panorama spazi a dalla Vanoise, al Monte Bianco, dalle Alpi Pennine, alle vicine cime della VaI di Lanzo (Bessanese, Lera, ecc.). Non dimentichiamo inoltre che dalla cima della Roncia il Rocciamelone (m 3538) appare come un ardito e stupendo dente roccioso isolato, più basso di soli 74 metri.
Dopo una sosta d’obbligo e momenti da immortalare con la macchina fotografica lasciare il bell’ometto di vetta continuando sulla cresta posta ad anfiteatro che resta da percorrere.
La discesa su questo versante è facile, ripida ma scorrevole. Le cime che andremo a toccare sono inevitabili (almeno le prime) e permettono di collezionare una bella serie di 3000 metri a portata di mano.
La prima cima che si scavalca è la Pointe du Vieux (m 3464, 20 minuti dalla cima della Roncia), che dal nostro senso di marcia è poco marcata, mentre è ben evidente quando la si lascia per scendere alla depressione che permette di scavalcare la quinta cima della giornata (La Pointe du Chapeau m 3419, 40 minuti dalla cima della Roncia). Ben più lunga da raggiungere (è il dislivello in salita più accentuato) è la sesta cima (La Pointe de la Haie m 3452) che si presenta dal versante di discesa con un bellissimo ghiacciaio. Sinora tenendo il bordo della cresta (Roncia compresa) si lambiscono solo alcuni tratti di ghiacciaio in piano e di brevissima durata che non richiedono l’uso dei ramponi.
Scesi al passo du Chapeau (m 3283) che divide la Pointe du Chapeau dalla Pointe de la Haie, le due cime assumono forme invitanti. Da qui occorre prendere fiato prima di affrontare i 169 metri di dislivello che con la stanchezza accumulano la fatica. Raggiunta tale sesta cima (ore 2 dalla Roncia, ore 8 dall’inizio) le forze riprendono, attratti dalla allettante forma della Punta Lamet (m 3504). Anche la salita è meno ripida rispetto alla precedente, pur spostandoci parecchio dalla Pointe de la Haie (calcolare da questa punta ore 0,30). Solo il tratto finale riserva qualche piacevole sorpresa, infatti la punta è caratterizzata da una torre rocciosa che vista di lato appare inaccessibile. Invece raggiunta la cresta finale è facilmente superabile dal retro (passo di II- inferiore esposto). A questo punto abbiamo accumulato h 8,30 senza soste. Foto d’obbligo in cima alla torre principale della Punta Lamet. Scendere sul retro del torrione, proprio sopra il caratteristico ghiacciaio del Lamet che dalla Roncia lascia ben individuare la ripidissima “goulotte” a pendenza da brivido (ottimo da risalire in piolet-traction). Quasi in piano si raggiunge la bella cuspide triangolare del Signal du Lamet (m 3483), a 20 minuti appena dalla Punta Lamet, sulla cui anticima è posto un grosso ometto. Con 10 minuti dalla cima si raggiunge il Segnale del Lago (m 3431), ampia sella pianeggiante ma strapiombante sul Lago del Moncenisio. Inizia ora la lenta ed eterna discesa per i canaloni del Lamet, interminabili sfasciumi, motivo per cui questa bellissima montagna non è molto frequentata e in pochissimi compiono la traversata della Roncia in senso inverso (è assurdo risalire un terreno faticosissimo ed interminabile per scendere sul Signal du Gran Mont Cenis che in discesa non è banale essendo l’unico tratto roccioso del percorso). La discesa si svolge inizialmente su ripida traccia (ometti) perdendosi in basso su dossi erbosi ripidissimi.
Non portarsi in discesa sull’abituale percorso di salita del lago Clair e Piano delle Cavalle perché si andrebbe a lambire il ghiacciaio del Lamet, che potrebbe opporre qualche difficoltà e data la stanchezza accumulata è molto meglio una volta raggiunti i ripidi pascoli traversare senza difficoltà in direzione del Forte Roncia (ore 1,30) da cui in 15 minuti di ottima mulattiera si ritorna all’auto. (Ore 10,45) Calcolare h 11,30 con le soste.