F se si torna lungo la cresta.
Dall’area di parcheggio dopo il Colle della Maddalena, prendere il sentiero diretto al Lago del Lauzanier. Pochi minuti dopo avere oltrepassato la Cabane des Eyssalps, si abbandona la larga mulattiera e si scende verso il torrente attraversando una passarella di legno.
Da qui la traccia si perde; si risale la china erbosa prendendo come riferimento la grossa frana: la traccia passa proprio sopra questa frana e si dirige con un lungo traversone alla Cabane du Prayer (2240 m).
La zona é frequentata da camosci, vuoi per il fatto che l’area faccia parte del Parc du Mercantour, vuoi per il fatto che qui passi ben poca gente… dalla Cabane, svoltare decisamente verso Est, scegliere a propria discrezione uno dei pendii erbosi e risalirlo alla bell’e meglio fino alla cresta (faticoso!!!). Sullo spartiacque, si ritrovano delle tacche verdi esagonali che seguono fedelemente (e integralmente) la cresta. A destra ci sono l’Enchastraye e la Tete Pe de Jun, a sinistra, dove ci dirigiamo, si passa l’Enclausetta (2680, ricovero in rovina) e si arriva in 15 minuti al Ventasuso (2712, grosso ometto, 3h).
La vista é circolare e si spinge fino alla lontana Barre des Ecrins. Ritorno: c’è la possibilità di rientrare via cresta al Colle della Maddalena, compiendo in questo modo un intressante giro ad anello: basta seguire fedelmente i bolli verdi.
Gli unici problemi sono: la cresta che si restinge sempre di più e diventa “ariosa” tra il Ventasuso ed il seguente dosso senza nome a quota 2550 (tratto F, poi EE), prima del Colle Ventasuso; i continui sali-scendi “sega-gambe”; l’ultima ripidissima discesa nel bosco, prima della lapide “Beppino Nasetta” (2111 m), dove si perdono le tacche verdi (e si ritrovano più avanti).
- Cartografia:
- IGC - 1:50.000 Valli Maira - Grana – Stura