Avvicinamento :10 min.
Percorso Baous de Caster :45 min.
Percorso Barma de la Siè :50 min.
Percorso Surplomb de la Justice:60 min.
Percorso Dalle de la Morgelle :60 min.
Informazioni presso MAIRIE DE PEILLE tel.0493917171
Biglietti per pagare il pedaggio ed eventualmente affittare tutto il materiale o anche solo la doppia puleggia per fare la "tyrolienne"
presso il bar "L'ABSINTHE" tel.0493799575.
Il pedaggio per percorrere la via ferrata è di 3 euro, l'affitto della doppia carrucola è di 4 euro.
Percorso di accesso: da Menton,Monaco e Ventimiglia:prendere la Grande Corniche(RD 2564), successivamente il bivio a destra per La Turbie sulla strada dipartimentale 53 e giungere fino a Peille (distanza da Menton 24 km, da Monaco 15 km, da Ventimiglia 35km).
Consiglio vivamente di studiare bene l’ itinerario stradale perchè è abbastanza facile sbagliare strada se non si conosce la zona.
Parcheggiare in uno dei numerosi ma piccoli parcheggi tenendo comunque presente che per arrivare alla ferrata occorrerà poi entrare nel centro storico del paesino dove numerosi cartelli indicano il percorso che ci porterà all’inizio che è costituito dal primo ponte tibetano(30 m.) che ci porta alla base del Baous de Caster.
Il percorso si sviluppa lungo la bella falesia meridionale (dominata dal Palais Lascaris del XVII° secolo) e orientale dove si erge il vecchio castello e il “posto dell’ agguato” e si raccorda alla Barma de la Siè con un altro ponte tibetano di 32 m. molto aereo che offre un suggestivo panorama sul villaggio medievale e particolarmente sul quartiere de l’Arma che è il più antico di Peille in quanto le prime mura furono innalzate intorno al XI°-XII° secolo.Una prima via di fuga si trova al di sopra dell’ estremità occidentale di questo ponte tibetano in direzione dei giardini municipali.La “Barma de la Siè” o “Grotte murate di Saint Jean” costituiscono una magnifica attraversata della falesia sinistra del Vallon de Faquin resa interessante da dei piccoli passaggi
strapiombanti al livello del tunnel della strada CD53, successivamente un “pont de singe” permette di raggiungere una breccia nella parete che porta nelle “grottes murèes” che furono un antico rifugio troglodita del Neolitico, e nei periodi più recenti servirono da riparo alla popolazione dopo un terremoto che distrusse una parte del villaggio.
Al di sopra del tunnel della strada CD53 c’è una seconda via di fuga.All’ altezza della grotta più orientale de la “Barma de la Siè” vi sono i due percorsi sull’imponente falesia della “Cime de la Morgelle” dove predomina la componente verticale.I due percorsi sono chiamati “Surplomb de la Justice” e “Dalle de la Morgelle”.
Noi abbiamo fatto il primo percorso , quello più difficile e aereo, quindi non posso dare chiarimenti sul secondo fino a quando non ci ritornerò per percorrerlo.
Il “Surplomb de la Justice” era un luogo di supplizio fatto edificare sulla cresta della parete ed era visibile dalle finestre del “Tribunal de Basse et Haute Juridiction” della città consolare di Peille e così, nel medio evo, dal suo palazzo, il giudice maggiore poteva assicurarsi direttamente della buona esecuzione delle sue sentenze.
A destra della grotta c’è il famoso “filet” che non è altro che una maglia di cavi a rete tipo quella che si mette lungo le strade per fermare la caduta dei massi. Il modo di salirla è un pò particolare perchè lo si fa passando tra la parete e la “rete” con il viso rivolto verso lo strapiombo, insomma molto “adrenalinico”.
Usciti dalla “rete” ci aspetta lo strapiombo più duro di tutta la salita.
Quì occorre avere veramente della “forza bruta” oppure essere ben allenati perchè è veramente duro passare.
Nella parte sommitale il percorso si congiunge con quello della “Dalle de la Morgelle”.
Un altro “pont de singe” più lungo e adrenalinico del precedente ci porta verso la “tirolese”.
Quì fare attenzione a come montare il tutto guardando i disegni schematici in loco. Soprattutto ricordarsi di FRENARE un pò con le mani altrimenti si fa la fine di mio genero che ha avuto un impatto violentissimo contro i materassi protettivi posti al termine della “tirolese”.
I materassi attenuano un pò l’ impatto ma nascondono un’insidia pericolosissima. C’E’ UNO SCALINO DI ACCIAIO FRA I DUE MATERASSI e si vede solo all’ultimo secondo, cioè troppo tardi.Quindi fate la “tirolese” perchè è bella e sicura ma rallentate la corsa con le mani come ho fatto io e tutto andra bene.
Dopo la “tirolese” un’ultima paretina ci porta sulla sommità da dove parte il sentiero (bolli gialli) che in 15-20 min. ci riporta a Peille.