Lasciata l’auto nei pressi delle grange Ciarviera (quota 1900m circa), raggiungibili prendendo la strada sterrata di destra dal Campo Base di Chiappera, si percorre la stradina per il Colle Maurin, che risale un valloncello tra pascoli costellati di genzianelle per raggiungere il suddetto Colle (2637m), dove si trova una piccola cassetta per le lettere.
Dal colle, volgere a sinistra lungo un sentiero che compie alcune ripide svolte e poi continua con un lungo falsopiano per raggiungere il Colle Marinet (2785m), ai piedi dell’Aguzza Tete de l’Homme e dell’Aiguille de Chambeyron. A questo punto si segue il sentiero pietroso di sinistra che compie un lungo semicerchio in leggera salita dirigendosi verso sud per portarsi ai piedi di un canalino franoso.
Si risale faticosamente il canale raggiungendo così il Passo Ciaslaras (2973m) e da qui, in breve, seguendo tracce di sentiero, la Punta Ciaslaras (3005m) da cui si gode di un’ottima vista sulla conca dei Laghi Marinet e sulla parete orientale della Tete de l’Homme.
Tornati al Passo Ciaslaras, si scende sul ripido versante sud di mobili detriti fin verso quota 2850m circa, dove, seguendo sempre le tacche rosso-blu, si compie un lungo traverso sulla pietraia per portarsi al di sotto di un canalino franoso.
Si risale il canale per tracce di sentiero fino alle rocce della parte superiore, dove si trova dapprima una corda, poi una catena, con cui ci si può aiutare per risalire la parte alta del canale (40m circa), che diventa ben presto un dietro roccioso molto svasato e poco inclinato.
Si giunge così sotto un tetto dove si origina verso sinistra una stretta cengia rocciosa molto esposta, anch’essa attrezzata con catena (in questo tratto è consigliabile avere imbragatura, cordino, moschettoni per affrontare la salita con maggior sicurezza e tranquillità). Superato il primo passaggio un po’ delicato, si percorre la cengia per tutta la sua lunghezza (30m) e con un ultimo tratto roccioso gradinato si giunge al Passo delle Terre Nere (3042m) che si apre tra la Tete de la Frema e la Tete de L’Homme.
Dal passo volgere a destra seguendo alcune tracce di sentiero e poi ometti di pietre per attraversare il franoso versante occidentale della cresta, interrotto da fasce rocciose.
Trascurando (attenzione!) le tracce di sentiero che portano quasi subito in cresta, si attraversano un paio di canalini di detriti e si risale la successiva fascia rocciosa per una spaccatura poco inclinata (ometti) per portarsi ai piedi dell’ultimo pendio franoso sotto la vetta.
Si risale questo ripido canale di terra e pietre giungendo au un colletto roccioso sulla cresta che collega l’Aiguille de Chambeyron alla Tete de l’Homme, da cui in breve, volgendo a destra, si giunge alle aeree ed esposte lastronate rocciose di vetta della Tette de l’Homme (3202m).
Ammirato l’estesissimo panorama, si torna al Passo delle Terre Nere per riprendere il sentiero Roberto Cavallero, che scende ripido nella conca che termina con lo splendido Lago dei 9 Colori.
A questo punto il tracciato si snoda in falsopiano tra grossi massi, a volte instabili, passando alto sulla sponda sud del suddetto lago, sotto le pendici della Tete de la Frema.
Un’ultima salita e si arriva al Colle Gippiera (2930m). Volgendo a sinistra, un sentierino porta facilmente in vetta alla Tete de la Frema (3143m), frequentatissima e panoramica cima.
Dal Colle Gippiera, scendere verso il Lago del Vallonasso, giungendo così alla sua sponda meridionale, dove è collocato il Bivacco Barenghi (2820m). Dal bivacco, abbandonare il sentiero Roberto Cavallero, seguendo il segnavia giallo-blu del sentiero Dino Icardi, passando sotto la suggestiva Finestra di Stroppia e giungendo nei pressi di un bel lago, dove si piega a sinistra riprendendo a salire per scavalcare un costone detritico portandosi così nella piccola conca del Lago della Finestra.
Ancora una breve salita per scavalcare un secondo costone e poi si compie un lungo semicerchio in discesa giungendo così al Colle dell’Infernetto (2783m).
Dal colle, un sentierino scende nell’incassato e franoso canale a nord del passo (corda metallica) e tocca il sottostante lago d’Infernetto, ai margini dei pascoli erbosi del vallone omonimo, che si percorrono senza problemi tornando così al punto di partenza.
- Cartografia:
- IGC n.6 e 7
- Bibliografia:
- brochure Sentiero Roberto Cavallero