A inizio stagione possono essere utili un paio di ramponi per cordata per il nevaio pensile. La via segue un sistema di diedri, fessure facili, placchette appoggiate e camini ed è piuttosto evidente. Sconsigliata dopo abbondanti piogge o maltempo dato che i camini terminali potrebbero risultare molto bagnati.
Dal parcheggio sterrato seguire le indicazioni per il rifugio Sasc Furà (1h e 30 circa), quindi proseguire per radi boschi e successivamente per placconate di granito (ometti e segnabolli blu e bianchi). Dopo la grande frana del Cengalo, è uso comune attaccare la via dal colletto da cui inizia lo spigolo Nord (posto per bivaccare), oltre il quale si scende in disarrampicata e con una calata in direzione della parete (2h, 2h e 30 dal rifugio). Traversare il nevaio pensile (se presente) e risalire per roccette ed un facile caminetto fino alla base di un diedro fessurato. Sosta di partenza attrezzata su cordoni.
NOTA: l'originale Cassin attacca più in basso, ma per far ciò bisogna seguire le indicazioni per il "Viale" (non accessibile a causa della grande frana); giunti al ghiacciaio lo si risale in direzione della parete.
- L1 – V+ : Superare il diedro fessurato (diedro Rebuffat) al termine del quale ci si sposta in diagonale verso sinistra per facile placca fino alla sosta (1 spit).
- L2-L3-L4 – IV/III : In diagonale verso sinistra seguendo una fessura fino ad uno stretto canalino. Sosta su cordoni.
- L5 – VI+ : Superare la placca a sinistra del canale con arrampicata delicata ed esposta, sfruttando alcune fessurine.
- L6 – VI : Salire dritti poi leggermente verso sinistra sostando su una cengia appena accennata.
- L7 – VI- : Traversare verso sinistra fino ad una specie di spigolo appena accennato da cui si prosegue dritti in sosta.
- *L6 variante – VI- : Ancora dritti, poi verso destra fino a superare uno spigolino aggettante. Continuare in obliquo ancora verso destra fino alla sosta (cui è fissata una vecchia corda) alla base di un tettino a mezza luna.
- *L7 variante – VI+ : In verticale fino alla base del tettino, dopodichè traversare con passi delicati in placca verso sinistra e raggiungere l’altro capo della corda fissa. Superare un piccolo strapiombino ben ammanigliato, infine obliquare verso sinistra (un po’ più di 60 metri).
- L8-L9-L10 – V e III : Salire il diedrino a sinistra, quindi uscire alla sua destra per rocce più facili. Raggiunta una zona più facile, salire puntando verso sinistra. Raggiunto un muro compatto (al termine della sezione facile), traversare ancora brevemente verso sinistra raggiungendo un diedro verticale dove si sosta.
- L11 – VI+ : Superare con arrampicata difficile il diedro-camino uscendo sulla destra (vecchio chiodo visibile) poco prima che si interrompa da un tetto. Proseguire più facilmente in diagonale verso destra fino alla sosta.
- L12 – VI : Per diedro verticale e successivo canalino.
- L13 – VI+ : Ancora per diedro, quindi traversare verso sinistra con passi più delicati sotto un tratto aggettante. Infine ancora per diedro.
- L14 – VI- : Qualche passo verso destra a prendere una netta fessura da cui si ritorna verso sinistra (seguire i passaggi su roccia più facili). Quindi per fessura fino ad uno spigolo arrotondato raggiungendo una zona facile che sale in leggera diagonale verso destra. Infine per facile rampa fino alla sosta posta quasi sul filo dello spigolo.
- L15-L16 – V : Traversare facilmente verso sinistra per roccette e riprendere a salire sfruttando una fessura fino alla base dell’evidente camino.
- L17 – VI- : Superare la prima parte del faticoso camino fino alla sosta su comodo pianerottolo.
- L18 – V+ : Ancora per camino ora più verticale ed ampio, ma più facile.
- L19 – V- : Salire diritti raggiungendo una cengia. Traversare brevemente verso sinistra e, prima del diedro-camino che sovrasta la cengia, salire facilmente diritto fino alla sosta su grande spuntone.
- L20 – IV+ : Traversare in diagonale verso sinistra raggiungendo il diedro-camino. Entrare nella struttura e proseguire fino alla sosta (IV+).
- L21 – IV+ : Superare il diedro sopra la sosta e per rocce più rotte arrivare sullo spigolo.
Proseguire lungo lo spigolo nord fino all’obelisco posto sulla vetta.
Note
1) dopo il primo tiro di V+/VI nella parte bassa, segue un tiro in traverso di IV/V, dopodichè tirare dritti per una serie di rocce fessurate (friend incastrato) senza lasciarsi attrarre da un’ulteriore facile traversata a sinistra che porta in una zona poco proteggibile e di roccia cattiva;
2) il diedro dopo cengia mediana è quello tutto a sinistra; uscire subito a destra, non sostare sui due chiodi presenti (scomodo) ma proseguire fino ad una sosta con spit poco sopra.
Discesa
1) scendere con una serie interminabile di calate in corda doppia dallo spigolo nord (sconsigliato per probabilità di incastro delle corde);
2) scendere dalla Normale del versante italiano seguendo le tracce di passaggio con qualche tratto in disarrampicata e qualche calata in corda doppia (segnate da bolli rossi), facendo attenzione ad un certo punto a non calarsi in un canale ma seguendo una traccia verso destra (viso a valle) dapprima in salita poi in leggera discesa fino alla croce metallica Castelli-Piatti dalla quale ci si cala in uno stretto camino. Scendere qualche metro a piedi fino ad un ultima calata sulla destra con anello in loco (viso a valle). Infine per detriti, gande e liste erbose al rifugio Gianetti.
N.B.: il ritorno dal passo Porcellizzo e dal passo della Trubinasca è molto lungo, faticoso e può dare qualche problema di orientamento con nebbia. Occorre avere ancora buone energie.
- Bibliografia:
- masino bregaglia (maspes e co.)