Passo Manina è un evidente colle al fondo del vallone principale, dominato da una cappella.
Da qui si diparte la cresta erbosa del Sasna con panorami che si aprono via via sulla testata delle Alpi Orobie: Diavolo di Tenda, Redorta, Coca, Diavolo, Recastello e Gleno, sono tutti ben visibili e dalla vetta si potranno studiare le relative gite, come quelle sul lato opposto, Presolana, Ferrante e Vigna Vaga.
In auto in Val di Scalve si segue la strada per Vilminore e la frazione Nona, posteggiando di fianco alla chiesa.
A piedi si prende la strada asfaltata a fianco della chiesa stessa (via S. Fermo) che sale nel vallone principale terminando dopo poche centinaia di metri. Si procede sul sentierino a tergo che porta al casotto dell’acquedotto comunale dove si ricongiunge con la mulattiera principale che si inoltra nel vallone con rado bosco.
All’uscita di quest’ultimo, in vista delle baracche ristrutturate delle miniere abbandonate di colore rosso, si ignora la prima stradina in piano sulla sinistra, prendendo però la seguente sempre a sinistra, che passa il torrente e raggiunge in breve due baite diroccate; con ampio giro si raggiunge infine il Passo Manina (é possibile comunque proseguire sulla mulattiera principale che però termina alle baracche rosse, per poi risalire su tracce fino al colle rimanendo bassi per evitare un canalore eroso).
Dal Passo si svolta a destra e si raggiunge in breve la bella cappella e si rimonta la cresta del Sasna su tracce, alternando impennate a tratti quasi pianeggianti: un unico tratto necessita un po’ di attenzione dovendo superare uno stretto ma profondo crepaccio del terreno.
Si giunge così alla croce dell’anticima e subito dopo alla cima vera e propria con un’altra croce più piccola. Per la discesa si scende sulla cresta NE opposta, ora con sbiaditi bolli biancorossi (segnavia 409) fino al colletto, scendendo poi a destra ad un laghetto e per tratturi ad una baita.
Si seguono sempre i tratturi che scendono direttamente su una dorsale evitando così di passare dal casolare Bella Valle. Ci si ricongiunge comunque con la sterrata in piano che porta a quest’ultima baita e la si segue in direzione opposta verso destra, sempre in piano.
Si raggiunge così un gruppo di baite di alpeggio, dal quale si scende per la stradina sterrata nella valle perdendo quota (non proseguire in piano sulla mulattiera erbosa che si perde sul dosso davanti; indicazioni corrette sul muro delle baita).
La stradina di servizio all’alpeggio entra nel lariceto, passa dalla Baita Esenne e con una serie di tornanti scende alla base del pendio, dal quale ora in piano si ricollega alla chiesa del paese di Nona.
- Cartografia:
- Kompass n.104