In cima è presente il Bivacco Padre Mauro Antoniotti, abbastanza spartano ma funzionale (non c'è nè gas nè acqua)
Ci si incammina lungo la strada sterrata (sbarra) che si addentra subito nel vasto bosco di faggi. Dopo un paio di tornanti la si abbandona a favore del sentiero (E70/E74) ben segnalato per la Bocchetta del Croso e Cima di Bo. Per un buon tratto il percorso risulta pianeggiante o in lieve pendenza, ed attraversa una faggeta tra muretti a secco con numerose baite, molte delle quali ristrutturate (Renchi, Pianlino). Oltre il sentiero si addentra lungo il solco del vallone restando poco più alto del torrente Chiobbia. Un breve tratto esposto a nord, più umido, precede l’arrivo al bellissimo pianoro con le baite dell’Alpe Le Piane 1320 m, anch’esse di recente ristrutturazione (è presente una fontana). Ora la mulattiera, veramente ben curata lastricata anche da pietre di grosse dimensioni, si innalza gradualmente lungo il versante pascolivo della Piana degli Agnelli, passando nei pressi dell’Alpe Chiobbia di ponente. Una successiva serie di comode serpentine porta poi a toccare l’Alpe Finestre a 1750 m circa, posta al riparo dalle valanghe sotto un promontorio roccioso (altra possibilità di trovare acqua). Trascurata la diramazione per il Colle Ronda, si prosegue sul sentiero principale per la Bocchetta del Croso innalzandosi sul pendio sovrastante, fino ad incontrare il bivio a circa 1850 m sulla destra per la Cima di No (proseguendo dritti si giungerà alla non distante Bocchetta del Croso, già visibile).
Il sentiero ora diventa un po’ più ripido e meno ampio, ma sempre piuttosto comodo e scorrevole. Ci si sposta progressivamente verso est entrando nel vallone che ha origine dalla Cima di Bo, già visibile ed identificabile per la conformazione rocciosa.
Si passa l’Alpe Giascitt (possibile trovare una fonte attiva) oltre la quale il percorso diventa più ripido per vincere il pendio sovrastante, finchè si arriva ai ruderi dell’Alpe Balmone. Il terreno da qui torna più agevole e c’è una buona mulattiera a tratti, che immette nei ripiani costellati di massi e rocce montonate, raggiungendo ad un ampio spalto denominato “Piazza d’Armi” caratterizzato da una moltitudine di ometti di pietra a circa 2350 m.
Siamo quindi alla base della pietraia del versante ovest della Cima di Bo, che si attraversa seguendo i segnavia bianco/rossi sempre ben presenti, puntando a raggiungere un evidente colletto tra la cima di Bo e la Punta del Talamone (sono presenti dei cartelli segnaletici); qui si incontrano anche le tacche sbiadite dell’alta Via dei Monti Biellesi. Si piega decisamente a destra, alzandosi sul costone seguendo il buon sentiero, che rapidamente porta ad una placca rocciosa attrezzata con una corda fissa (utile in presenza di neve o ghiaccio). Superato il facile passaggio si arriva ad un secondo intaglio, posto proprio all’inizio della cresta ovest sulla quale si svolge la fase finale di salita.
Un secondo tratto con corde fisse, più lungo del precedente, consente di superare in sicurezza il primo tratto di cresta leggermente esposto; terminate le corde il percorso torna facile ed il crestone si allarga; si passa per un tratto sul versante nord della parete rocciosa, prima di fare ritorno sulla cresta ormai a pochi passi dalla cima, contrassegnata da una struttura metallica. Poco sotto sul versante sud è posto il Bivacco Padre Mauro Antoniotti, spartano ma confortevole (i letti sono nel soppalco).
Discesa dal versante di salita.