Ho sempre pensato di poter collegare la P. del Van con il M. Bussaia, belle vette visibili dalla pianura cunese, per un itinerario in cresta. Infatti, non vi sono sentieri e la via è da trovare e di carattere alpinistico. Il luogo selvaggio e solitario, che gode di un panorama stupendo è visitato solo dai camosci.
In breve:
Dalla punta del Van, ridiscendere alcuni metri a destra (faccia verso il Bussaia) per risalire un muretto che conduce ad una seconda punta del Van. Scendere dalla punta con cautela, roccia pessima. Continuare per una serie di creste, a volte affilate ed esposte, in continuo sali e scendi fino a un marcato muretto (III-).
Da M. testa fino al Servantun non vi sono grossi problemi, seguire la cresta (3h fino al Srvantun). Ridiscendere dal Servantun in direzione della punta d’ Ajere che lo separa dal Bussai. Discesa da fare con attenzione per la scarsa qualità della roccia e per i tratti esposti. Risalire alla punta come meglio si crede con passaggi di arrampicata per poi ridiscendere facilmente tenendo la sinistra. A questo punto si giunge al colle che separa il Bussaia dalle creste precedenti ed in breve si sale in punta.
La discesa può essere fatta in due modi: o si scende nel vallone di roaschia ( a “muzzo” o cercando il sentiero di fontana fredda che porta al Balur, oppure si continua ancora per poco fino al bec d’Orel per poi scendere comodamente nei prati che portano a Palanfrè. Io ho scelto di scendere a palanfre anche per diminuire il disdivello in discesa.
Per concludere si tratta di un itinerario esplorativo, dalla roccia di pessima qualità (ad eccezione per alcuni tratti) di cui la via occorre cercarla. Forse il bello è proprio questo insime alla salitudine dei luoghi e i panorami.
L’intero itineraio è di circa 8 ore e le stagioni consigliate sono la tarda primavera ed inizio autunno (altrimenti si muore dal caldo).