In assenza di neve il sentiero raggiunge il Col du Bec e per cresta rocciosa si giunge alla Vire Amieux.
Nella descrizione della salita al rifugio è stata presa in considerazione la prima possibilità, senza quindi passare dal Col du Bec.
1° giorno Si attraversa il ponte e si imbocca il sentiero che sale lievemente verso destra. Dopo poco la pendenza diventa più sostenuta e rimarrà sempre tale. Seguire il bel sentiero senza possibilità di errore, trovando ogni tanto piccoli segnavia rossi.
Dai 2500 m di quota il sentiero lascia posto ad una pietraia ma i segnavia, gli ometti e le tracce di passaggio consentono di non perdersi fino a quota 3000 m circa.
A questo punto ci si trova davanti ad un anfiteatro colmo di neve senza indicazioni per la via corretta. Risalire ripidamente il nevaio verso sinistra fino a giungere ad una costola rocciosa poco rilevata e con sassi abbastanza instabili. Risalirla fino a quando non diventa possibile, con un traverso ascendente verso destra, risalire il successivo nevaio fino a giungere su una cresta in prossimità di alcuni segnavia rossi a quota 3200 m circa.
Da qui, spostandosi sul versante destro (salendo) della montagna, inizia un’ampia cengia attrezzata con cavo metallico che, con andamento lievemente discendente, permette di raggiungere il ghiacciaio du Tabuchet.
Proseguire sul ghiacciaio, tenendosi sulla dorsale, un po’ discosta dalle pareti rocciose, e in breve tempo giungere in prossimità del rifugio posto su un isolotto roccioso sulla sinistra, 5/6h dal park.
2° giorno dal rifugio seguendo il pistone sul ghiacciaio Tabuchet in direzione dello sperone roccioso del Doigt de Dieu, dopo poco la traccia si divide e si punta alla crepaccia terminale che dà accesso al ripido pendio che porta alla cresta nevosa (40° spesso ghiacciato in stagione avanzata ), terminata la breve cresta nevosa ci si trova di fronte ad un primo risalto roccioso che va salito frontalmente, passi di II, fino ad arrivare ad una sosta, si continua a salire su roccia/neve traversando leggermente a N per scendere ad una breche, punto da dove inizia un altra cresta nevosa che porta ad un secondo salto roccioso, lo si risale frontalmente (a stagione avanzata può comparire ghiaccio) fino ad una sosta su cordoni, un breve ma ripido pendio nevoso (45°) porta all’ultimo tratto di cresta che conduce alla spianata di vetta.
Considerare 4h A/R dal rifugio.