In caso di neve o ghiaccio l'itinerario descritto potrebbe divenire molto impegnativo e rischioso per via dell'esposizione, che dalla quota 3048 alla vetta è costante
Lasciata l’auto nell’ampio piazzale davanti la chiesa di Piamprato, si percorre tutto il paese. Si segue quindi una strada sterrata (indicazioni Colle Larissa), evitando deviazione a sinistra per il Colle della Borra. Alla fine la strada sterrata diventa una mulattiera ben segnalata.
Si continua a salire avendo a sinistra il torrente. Si lascia una diramazione che traversa il torrente per raggiungere un alpeggio e si piega a destra toccando una baita. Dietro questa il sentiero prosegue a svolte, passando sotto una parete rocciosa.
Dopo oltre due ore si raggiunge un pianoro, a destra del quale c’e il lago Reale, non ancora visibile. Si abbandona la mulattiera che porta al Col Larissa puntando a sinistra.
Salire per pendii erbosi e pietrame un vallone racchiuso tra la Cima del Rospo (a sinistra) e il Becco Pragelas (a destra) fino a raggiungere la vetta della Cima Beccher 2945 m.
Si prosegue con moderata pendenza tra roccette ed erba fino alla quota 2962 m da cui si scende a un intaglio.
Con ripida salita su sfasciumi si raggunge quota 3048 m (fino a qui difficoltà E).
La cresta si restringe e diviene in diversi punti alquanto aerea ma sempre priva di difficoltà in condizioni normali.
Dopo un tratto in lieve discesa si scarta a destra (lato Champorcher) un tratto roccioso.
Poco sopra si riguadagna il filo e in poco tempo si giunge in vetta alla Rosa dei Banchi 3164 m (EE grande croce, libro di vetta e triangolino CAI Rivarolo).
Variante di salita per il versante SE nel Vallone delle Fontane
(ricalca il percorso sci-alpinistico, percorsolungo e faticoso e privo di sentiero da 2250 m)
Da Piamprato, seguire il sentiero 630 del Colle Larissa, verso quota 1750 circa, a sinistra, nei pressi del rio principale, attraversando il rio, si prende la deviazione che porta alle baite Pontet, m. 1791, si sale a destra delle baite e con una serie infinita di giravolte, si giunge alle baite del Becco Grande, m. 2165.
Si prosegue a destra delle baite e passando una strettoia, si giunge al grande Pian delle Manze. Senza addentrarsi nel piano, seguire a sinistra, una vaga traccia di sentiero, che percorre con un traverso in salita, il versante in ombra del dosso, giungendo ad una larga sella erbosa, quota 2250 circa. Salire ora a vista il largo pendio erboso con conformazioni gibbose, avendo come riferimento alla nostra sinistra l’incassato Rio delle Fontane.
Giunti verso quota 2500, si inizia a salire il ripido ma breve pendio erboso, che porta alle lingue terminali della morena; salire ora la morena inizialmente poco pendente, con un finale un po’ più ripido, dove al suo termine si ergono delle piccole formazioni rocciose che si risalgono cercando il passaggio migliore, giungendo in breve alla larga insellatura posta fra la cresta sud-sud-est della Rosa dei Banchi e la vicina e piatta quota 3048.
Dall’insellatura, possiamo notare, di fronte in leggera discesa, una specie di stretta cengia che corre contro l’alto muro roccioso fino a giungere ad una ulteriore piccola sella, sulla cresta centrale; alzando lo sguardo, notiamo che sopra al muro roccioso corre una seconda cengia parallela a quella sottostante e anche questa termina su una selletta con un evidente ometto.
Detto questo ci si alza brevemente fra gli iniziali spuntoni rocciosi fino al filo della cresta sud-sud-est, ci si alza a destra per una decina di metri poi si ritorna sul filo dove inizia il traverso verso l’evidente ometto sopra descritto lungo la comoda cengia superiore.
Giunti all’ometto, guardando in alto si vede la croce metallica di vetta; non resta che salire in diagonale in direzione della croce e giunti all’estremità dell’ultimo muretto roccioso virare decisamente sopra al medesimo ed in modo quasi pianeggiante percorrerne la sommità fino a giungere nuovamente sul filo della sud. Ora con percorso elementare raggiungere sul filo di cresta la croce di vetta.