Difficoltà: D con pass. in un tiro max V+.
Si trovano solo una dozzina di chiodi; per il resto è tutto da integrare; la discesa si effettua tutto in doppie partendo dalla cheminée Fontaine e proseguendo nella linea attrezzata sulla parete est fino al nevaio (dove c’è la freccia).
Orario dal Rifugio alla vetta e ritorno al Rifugio: ore 13
In discesa n. 18 doppie da 50 metri (i metri sono tutti giusti di 50, quindi è meglio avere corde un po’ più lunghe).
Possibilità di dormire in tenda su piazzole poste sulla morena sopra il rifugio.
Informarsi sugli orari del trenino per la discesa, altrimenti occorre scendere a piedi fino a Chamonix (1,45 da Montenvers).
Salita dal Treno di Montenvers
Salita.
Dal rifugio salire subito dietro per un breve tratto la morena (7-8 minuti), quindi attraversare a destra in leggera salita su tracce (seguendo in parte la gomma di alimentazione d’acqua del rifugio), superare un avvallamento nevoso, scavalcare una morena secondaria e giungere nell’anfiteatro nevoso alla base del versante est del Dent du Requin dove ha origine lo sperone della cresta che va poi a proseguire sulla cresta S/E.
Salire appena a destra dello sperone sul nevaio (spesso ghiaccio) che man mano si raddrizza (in alto 50°) e giungere all’altezza di una spalla dello sperone posto a sx (questa spalla sarà attraversata in discesa) passando in una strettoia con un affioramento roccioso (passando sulla roccia, III) e salire ancora una cinquantina di metri fino a dove il nevaio si esaurisce in corrispondenza di un abbozzo di couloir. Osservare bene e si nota sulla parete una grossa freccia bianca disegnata m 2.860 (2 h dal rif.) che indica di proseguire a destra. Su una cengia sotto la freccia lasciare ramponi, piccozza e scarponi e calzare le scarpette da arrampicata.
Seguire la cengia in salita a destra e proseguire costeggiando alcuni sbalzi fino ad un accenno di canale (sulla perpendicolare dell’insellatura a destra della vetta) poi proseguire direttamente salendo una serie di terrazze fino ad una di queste più pronunciata (ha spesso residui di neve) – fin qui pass. di III; deviare a sinistra su una cengia fino ad un accenno di canale (sulla perpendicolare del canale separante i due speroni della vetta) e risalirlo (nota: proseguendo ancora a sinistra sulla cengia si va a raggiungere la via Pareau-Die, TD max 6b).
Dopo breve risalita nel canaletto raggiungere un piccolo terrazzino (ha spesso residui di neve), quindi salire diagonalmente a destra sfruttando una cengia con risalti la quale fascia tutta la parte bassa dello sperone fino a giungere alla base del risalto più pronunciato (piccolo terrazzino) – in questo tratto pass. di III.
Attaccare lo sperone inizialmente da sinistra a destra, per tre tiri, superando belle placche fessurate senza percorso obbligato; nei seguenti altri 4-5 tiri portarsi gradualmente a sinistra sempre seguendo le varie fessure su ottima roccia fino a giungere alla base di un liscio gendarme grigio-arancio – in questo settore si incontrano pass. di IV+/V e sono presenti alcuni chiodi in ordine sparso.
Attraversare decisamente a sinistra e salire il tratto con il passaggio chiave più impegnativo (un bellissimo tiro in una fessura scanalata; pass. di V/V+, 4 chiodi).
Continuare piegando a destra sulla cresta che segue il gendarme fino a raggiungere il ben visibile intaglio sulla cresta Nord-Est (pass. IV).
Proseguire sulla magnifica cresta molto affilata (IV+) e raggiungere lo spalto alla base del risalto finale di vetta.
Portarsi sul versante nord (destra) per un breve camino di roccia mediocre (spesso innevata) quindi su una piattaforma aggirare il dente tutto a sx (scendere un po’ su un terrazzino) quindi scalare un ultimo muro verticale che porta ad un masso sul quale ci si siede a cavalcioni (su questo masso sono sistemati i cordini per la prima calata lato sx dentro la Cheminée Fontaine);
A lato di questo masso si trova il piccolo blocco sommitale salibile con un aereo scavalcamento (ci stanno 2 persone ben strette; sensazione impressionante; è come essere su una guglia di un duomo!!); (ultimo tratto dopo lo spalto alla base del risalto finale, III/III+); (dal rifugio ore 8).
Discesa.
Iniziare la prima doppia scendendo nel vuoto della Cheminée Fontaine; effettuare un’altra doppia per una ventina di metri nel couloir fino a raggiungere una cengetta fessurata orizzontale e seguirla arrampicando, a sinistra faccia a monte, lungo un traverso esposto fino ad un accenno di canale (anello di cordino per sosta), scendere il couloir fino ad un terrazzino dove trovasi l’ancoraggio con un cordino giallo ove è posta la partenza della linea delle calate in doppia di tutta la parete est.
Raggiunto il terrazzino fare la prima doppia fino al terrazzino sottostante con ometto, dal quale calata per calata vi sono segni bianchi o frecce ben visibili dall’alto che indicano il percorso.
Ci si cala fino alla cengia dove si sono lasciati i materiali, si ricalzano gli scarponi, si scende un tratto del nevaio (è possibile farlo quasi per intero con il residuo dell’ultima doppia) quindi portarsi a destra sulla spalla dello sperone iniziale, su massi sono visibili frecce che indicano di attraversare a destra e su un terrazzino esposto trovasi un ancoraggio per calata, doppia da 50 m nel vuoto, seguita da una successiva con la quale si giunge fino alla lingua del ghiacciaio Envers du Plan dove si incontra il tracciato della discesa della traversata Midi-Plan, poi un tratto con rocce montonate, altra doppia (frecce varie) fino al nevaio e da questo alla morena ed al rifugio (dalla vetta ore 5).