Il percorso è classificabile EE fino al ghiacciaio. Poi a seconda della stagione e dell'innevamento la difficoltà può variare da EE/F a F (più ostico in caso di cresta innevata).
Se si percorre l'itinerario a fine stagione sono sufficienti i ramponi (o anche i ramponcini) per attraversare il ghiacciaio quasi in piano. A inizio stagione è bene avere con sè anche la piccozza.
La cresta che può apparire arcigna in realtà è molto semplice (quasi elementare), prestando attenzione a dove è più facile passare (ci sono pochi ometti ma una buona traccia di passaggio). Non sono presenti comunque passaggi esposti a meno di seguire integralmente la cresta.
Arrivando da Cuneo si arriva a Briançon tramite il Colle dell'Agnello e Guillestre, oppure tramite Colle della Maddalena e Col de Vars passando da Guillestre.
Dal parcheggio di Valfroide si prosegue lungo la stradina in direzione nord, superando una bella baita fino a giungere nei pressi della teleferica per il rifornimento al Refuge du Goleon, fra pascoli e canaloni di detriti. Qui si prosegue ora sul ripido sentiero che sale il costone di erba e detriti, con percorso a tratti ripido, puntando alla sella soprastante, che si affaccia sul bellissimo Lac du Goloen. Il Refuge du Goleon 2438 m si trova sulla sinistra, sul promontorio erboso che sovrasta (cartelli indicano 1h30′ dal parcheggio).
Si prosegue contornando il lago sulla sinistra, su comodo sentiero, per poi proseguire nel lungo vallone che ha origine sulla sinistra, restando sul sentiero che si mantiene 20 m in alto rispetto al pianoro erboso-acquitrinoso (Replat d’Amont). Sempre con percorso in piano o leggera ascesa, si raggiunge l’antico Refuge Carraud 2500 m e si continua a mezza costa fra magri pascoli per iniziare ad aggirare le propaggini dei Rochers du Vallon. Finalmente al termine del ripiano erboso il sentiero riprende a salire più marcatamente, ben delineato attraversando una breve pietraia, per poi proseguire sulla morena, piuttosto agevolmente. Si dovrò attraversare a 2800 m (dove si tralasciano le tracce di destra per il Col Lombard) l’emissario del ghiacciaio, c’è qualche ometto a indicare il punto migliore, in ogni caso conviene attraversarlo dove si forma un piccolo ripiano e dipartono numerosi ruscelli indipendenti. Si riprende quindi a salire ora fra detriti e una breve fascia di rocce montonate, per poi sbucare su un ampio plateau morenico; si prosegue su questo puntando al ghiacciaio du Goleon, ormai molto ridotto e privo di insidie. A seconda della stagione e dell’innevamento lo si attacca nel punto più comodo (non c’è percorso obbligato).
A questo punto si può scegliere se attraversarlo in lieve ascesa con semicerchio da destra a sinistra puntando alla depressione sotto il Bec de Grenier (giro più lungo ma banale), oppure se puntare ad un intaglio a metà della cresta tra la depressione e la cima, affrontando un ultimo tratto in pendenza più marcata (utile in questo caso la piccozza).
Raggiunta la depressione, si prosegue con percorso pressochè pianeggiante su tracce di sentiero alternate a qualche roccetta banale, fino a giungere alla base della vera e propria cresta, dove si impenna. La cresta si presenta rocciosa, ma in realtà presenta ben pochi passaggi obbligati, tra l’altro su facili gradoni di I/I+, mentre gli ostacoli all’apparenza più ostici (II) si possono sempre aggirare comodamente individuando una marcata traccia di passaggio ora su un lato, ora sull’altro. Occorre avere l’accortezza poi di riguadagnare immediatamente la cresta e non avventurarsi sugli infami sfasciumi dei due versanti (in particolare quello sud). L’ultimo tratto, si percorre su una traccia sul lato del ghiacciaio, per poi risalire in cresta e percorrere i pochi metri che separano dall’ometto sul lato sud.
Discesa dallo stesso percorso di salita.
- Cartografia:
- Carta 1:50.000 n°. 6 Didier Richard