Note
Il capolavoro, incompiuto, per prematura scomparsa, di Claudio Ratti. Portato meritoriamente a termine da Stefano Funk. Quindi ecco a noi uno degli itinerari più belli e sostenuti delle Apuane (sostenuto tra le “classiche moderne”, opere Vigiani escluse). Roccia di gran qualità, estetica e particolarità del tracciato ne fanno un punto obbligato del curriculum dell'alpinista/arrampicatore apuano. Indimenticabile la salita della grotta sostenuta da una colonna a “tortiglione” scolpita dalla natura in veste di Gian Lorenzo Bernini delle rocce calcaree.
Avvicinamento
Datane l’esattezza si cita la descrizione fornita da questo sito per l’itinerario “Orto botanico” sulla medesima parete:
« Dal lago di Isola Santa proseguire lungo la strada del Cipollaio un paio di km in direzione di Castelnuovo, fino a incontrare sulla destra una tabella del CAI indicante il sentiero che conduce al paese di Pizzorno.
È preferibile lasciare l’automobile qui, date le esigue possibilità di parcheggio offerte dall’arroccata località, spesso già utilizzate dagli abitanti.
In circa 15 minuti di strada forestale si raggiunge il minuscolo raggruppamento di case di Pizzorno, che si attraversa uscendone in direzione di un ghiaione.»
Attenzione ad alcuni spezzoni di fil di ferro tesi ad altezza d’uomo subito fuori del gruppo di case!
«Salito per tracce il ghiaione ci si sposta nettamente a destra (faccia a monte), si sale per bosco franoso a una costola (piccola radura) e da lì sempre muovendosi verso destra e salendo si raggiunge per ripido bosco con tratti franati (tracce) la base della parete Ovest del Rovaio (non visibile né dal parcheggio né dal paese).»
Descrizione
« Dal lago di Isola Santa proseguire lungo la strada del Cipollaio un paio di km in direzione di Castelnuovo, fino a incontrare sulla destra una tabella del CAI indicante il sentiero che conduce al paese di Pizzorno.
È preferibile lasciare l’automobile qui, date le esigue possibilità di parcheggio offerte dall’arroccata località, spesso già utilizzate dagli abitanti.
In circa 15 minuti di strada forestale si raggiunge il minuscolo raggruppamento di case di Pizzorno, che si attraversa uscendone in direzione di un ghiaione.»
Attenzione ad alcuni spezzoni di fil di ferro tesi ad altezza d’uomo subito fuori del gruppo di case!
«Salito per tracce il ghiaione ci si sposta nettamente a destra (faccia a monte), si sale per bosco franoso a una costola (piccola radura) e da lì sempre muovendosi verso destra e salendo si raggiunge per ripido bosco con tratti franati (tracce) la base della parete Ovest del Rovaio (non visibile né dal parcheggio né dal paese).»
- L1. Partenza subito sostenuta, da l’idea generale della salita, 6b+;
- L2. Tiro più corto ma più intenso, le dita sono molto sollecitate, 6c+;
- L3. Muro verticale con difficoltà appena minori, 6b;
- L4. Leggera traversata su una placca rossastra molto lavorata, tipico effetto “gocce d’acqua”, in direzione della grotta, 6a;
- L5. Sinuoso tiro di corda all’interno della grotta, estetica incredibile, lungo la colonna a tortiglione. Sosta panoramica su di un albero ossidato e contorto, 6a;
…a questo punto è possibile calarsi sino a terra, seguendo l’itinerario di salita, senza completare la via…
- L6. Il tetto. Questo tratto si supera senza troppo affanno in A0/A1, chiodatura sicura a spit;
- L7. Ancora in placca, roccia di gran qualità, 6b;
- L8. Bellissima placca, il superamento in arrampicata libera di questa lunghezza è ostacolato dalla presenza di piccole piante grasse, veri “bonsai”, in buchetti strategici per la progressione, 6c/A0;
- L9. Si prosegue in placca, stesse caratteristiche del tiro precedente anche se qui la libera integrale è consentita, 6c;
- L10. Tiro di uscita verso il bosco con tipiche caratteristiche Apuane, V.
Discesa. Traversare con prudenza ed attenzione verso destra, faccia a monte, fino ad incontrare la prima calata di “Orto”. Per la terza calata scendere fiduciosi a fil di ragno senza farsi tentare da una sosta a destra (“Orto”). Si arriva in una nicchia acquattata con sosta. L’ultima doppia è nel c.d. “Bosco verticale” con buone probabilità di incastro di corde e alpinisti.
- Bibliografia:
- S. Funk, Alpi apuane. Salite scelte, Pezzini editore, pp. 41/42
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