E' consigliabile percorrerla proprio in quest'ottica, in quanto l'avvicinamento diretto dai resinelli è lungo e faticoso, ed il gioco non vale la candela.
Come molte altre vie della grignetta, ora è stata riattrezzata completamente a resinati, in piena sicurezza, e non necessita di particolari integrazioni di materiale. State solo attenti che spesso c'è parecchia gente, e che la roccia, purtroppo, è ormai assai viscida.
1) è possibile salire lungo il Canalone Porta o lungo la Cermenati (sentiero n.7) e il Traverso dei Magnaghi (n.3) fino al Canalone; dall'incrocio tra Cermenati, Porta e Sinigalia (cartelli) ci si porta alla Bocchetta dei Prati e quindi, sempre per sentiero, ci si alza parallelamente alla Cresta Sinigalia; in alternativa è possibile salire integralmente la Sinigalia (n.1). Si arriva a costeggiare a Est i Torrioni Magnaghi.
Si procede lungo i sentieri e le friabili placconate rocciose fino a dove un complesso di pinnacoli staccati restringe l'ampiezza del pendio.
E' possibile aggirare le torri sulla sinistra (tenendosi all'interno di un buio canalino) oppure - più facile e consigliabile - sulla destra, in pendio più aperto, quindi ci si porta verso l'interno, a sinistra, dove una lunga rampa abbattuta di roccette, base di un ampio canalone, porta verso la parete Sud del Magnaghi Settentrionale e verso la forcella tra questo ed il Centrale (forcella Glasg).
Si segue la rampa fino sotto alla parete che deve poi essere costeggiata verso sinistra fino al punto più stretto e alto dell'intaglio.
2) direttamente dal Canalone Porta (soluzione sconsigliata).
3) in discesa dal TMC, dopo avere percorso una delle vie su detto torrione, oppure dopo avere percorso qualche via sul TMM ed essere passati sul TMC tramite il "Passaggino". Direi che è la soluzione più ragionevole.
L1: Dalla sosta di attacco ci si mantiene in diagonale puntando direttamente alla seconda sosta, sullo spigolo, che può essere raggiunta in un unico tiro: la roccia non supera mai il III+/IV ed è sempre buona e ben appigliata
L2: Dalla sosta ci si porta in diagonale verso il centro della parete: un resinato, se si fa attenzione, è già visibile dalla sosta, poco più in alto di questa. Lo si va a prendere e quindi ci si alza in decisa verticale, verso un secondo chiodo, sfruttando le belle tacchette, purtroppo molto unte, della paretina di IV+ caratteristica di questa via. Nella parte superiore della parete cercare di tenersi piuttosto sulla destra, anche se i passaggi a sinistra sembrano più facili, perchè una volta raggiunto il punto più alto della parete, tagliato da una cengia ed un terrazzino, è necessario trovarsi totalmente a destra ed un traverso all’ultimo momento è piuttosto complicato. Una volta raggiunto il terrazzo, in pochi passi si è alla catena di sosta.
L3: Si supera dapprima il piccolo salto verticale e i successivi gradoni con facile arrampicata (III), poi segue alcuni metri di una facile rampa ghiaiosa fino al principio di una cresta orizzontale. Si arriva in breve ad un grosso masso su cui si trovano due nuovissimi fix di sosta
L4: si superano i grandi blocchi della cresta, da aggirare di preferenza sulla destra. Si arriva alla forcella tra un ultimo pinnacolo ed un caminetto che porta sulla cima del torrione. Si supera direttamente il camino (III) e si prosegue lungo una rampetta ed una spaccatura, sempre sporca di sassi e ghiaia. Si arriva in breve alla croce sulla cima del Torrione.
Discesa:
a piedi. Si può scendere dal sentiero della cresta senigallia, dopo avere superato il passo del gatto, oppure percorrere la suddetta cresta fino in cima alla grignetta (catene) e scendere da questa per la facile cresta cermenati.