Salita: Dall’auto imboccare la stradina che conduce alla Casa di Caccia di S.Giacomo 1250m, ora colonia estiva. Qui imboccare la strada sterrata che risale il fianco sin. del Vallone di Monte Colombo e passa, dopo circa 2Km, al Gias Rasur 1412m posto all’inizio del lungo pianoro omonimo. Transitare quindi al Gias Colombo 1444 m e proseguire lungo la mulattiera che si distanzia leggermente dal fondo valle per poi attraversare su un ponticello di legno il torrente Pontecreus per proseguire lungo il fianco dx della valle con minima pendenza (q. 1500m ca.). Continuando in dir. del fondo del vallone (S) si scorge una palina che indica il Pagarì a sin. ed il Moncalieri a dx.; si continua per circa 10’ ancora e si scorge quindi sulla dx più in alto il Passo del Muraion 2100m (si notano i muretti di sostegno del sentiero estivo sulla cresta poco sopra una spalla che domina quello che sembra un passaggio naturale, ma che evidentemente non lo è); seguendo i numerosi tornanti del sentiero estivo e tagliando su pendii innevati si arriva al passaggio che può essere delicato (esposto) che adduce al Colle del Muraion 2100 m. Detto passaggio consente di superare la dorsale oltre la quale vi sono i ripidi pendii che adducono al rif. Pagarì. E’ possibile rimontare il vallone subito evidente a dx che costeggia la dorsale appena superata. Questa soluzione è la più evidente e diretta, però occorre, una volta arrivati al suo termine ed in vista del rifugio, risalire ancora di 20/30m, quindi traversare in dir. SO verso la Maledia per poi calare tra il rifugio ed il laghetto posto a monte del medesimo. Una alternativa consiste nel rimontare non il primo canale già menzionato, ma subito il successivo anche se meno evidente e più ripido con il quale si arriva con un ultimo strappo al Rif. Federici – Marchesini al Pagarì 2650m.
Il giorno successivo si lascia il rifugio e si costeggia il laghetto alla sua sin. (SSE) per poi, voltando a sin., rimontare i facili pendii che conducono al Passo del Pagarì 2819m. Sempre verso SSE si cala su facili roccette per 20 m ca. cercando un passaggio sulla sin. (max II) che permetta di scendere su nevato ripido e con qualche cautela (molto esposto) in dir. E fino a q. 2710m ca. dove, con un traverso in continua salita si arriva fin sotto alle pendici del Clapier che possono essere rimontate (alcuni tratti ripidi) fino in vetta a 3045m.
Dalla cima scendere direttamente in direzione del vallone sottostante (quasi in dir. del Passo del Pagarì) fino a che esso si restringe e conduce, su pendii sempre sostenuti, verso sin. in dir. del rif. Nizza 2232 m che si lascia alla propria sin. per giungere sul pianoro sottostante Vastera del Fous 2200 m ca. Qui giunti, attraversando il Rio di M.te Clapier, si prosegue in salita sempre in dir. O per evitare gli evidenti salti di roccia alla propria dx; giunti quasi sotto le pareti che sbarrano la strada si volta a dx (N) e si segue il canale rimanendo ad una certa distanza dall’emissario del Lago Lungo che scorre più a dx. Giunti al Lago Lungo 2554 m si nota la Maledia leggermente a dx con i ripidi pendii che adducono all’evidente collettino alla sua sin., si cala quindi di pochi metri in dir. della sua sponda sin. che si percorre fino al termine. Dal fondo del lago si nota, leggermente a sin., un sinuoso canale comodo da seguire fino a q. 2750 m ca. dove occorre traversare a dx. (abbandonando quindi il vallone fin qui seguito) per risalire una dorsale abbastanza ripida inizialmente che permette di giungere nella conca che adduce al Passo della Maledia. Si traversa verso dx. in leggera salita mantenendosi quasi sotto le pareti rocciose in un primo e breve tratto e giungendo poi nel ‘cucchiaio’ posto proprio sotto il passo. Con pendenza sempre crescente rimontare fino agli ultimi ripidissimi metri per poi sbucare sul Passo della Maledia 2925 m.
Discesa: Dapprima calare in dir. ONO verso il Lagarot lungo il Ghiacciaio della Maledia per poi calare in dir. NO verso il Lago Bianco 2549m che si lascia alla propria dx. Continuando in discesa per un tracciato evidente si giunge fin sotto la parete rocciosa a sin. sotto la quale il torrente Pantacreus si infossa in un canalone che deve essere coperto di neve per essere percorso. Giunti dove il canalone si allarga si gira leggermente a dx e (togliendo gli sci per un breve tratto) si cerca un successivo canale (che si è sicuramente notata il giorno prima in salita e quindi si sa se è in condizioni buone o no) che può condurre fino a 1600 m ca.
Da qui per la via di salita fino all’auto.