L'itinerario, sebbene tecnicamente non difficile (non vi è alcun problema di orientamento, tutti i sentieri sono perfettamente segnalati; i tratti attrezzati non presentano difficoiltà particolari, e possono essere tranquillamente superati senza l'ausilio dell'attrezzatura stessa, da qualsiasi escursionista esperto che abbia un minimo di dimestichezza con le rocce), è tuttavia impegnativo fisicamente per dislivello e sviluppo ragguardevoli, terreno spesso scomodo per la marcia e che richiede spesso l'ausilio delle mani, e condizioni climatiche (in alcuni tratti può fare molto caldo già nelle mezze stagioni).
Attrezzatura normale da escursionismo, per i tratti attrezzati non è richiesta attrezzatura particolare.
Portare invece molta acqua, perchè non se ne incontra una goccia lungo tutto il percorso, ed in settimana, quando il rifugio piazza ed i locali dei resinelli sono chiusi, non c'è alcuna possibilità di approvvigionamento.
L’itinerario parte in località Pradello, e, a seconda delle varianti scelte, termina a Rancio, oppure direttamente i città a Lecco.
Ci si può attrezzare di conseguenza con due auto, sfruttare i mezzi pubblici, il buon cuore di qualcuno che ci carici in autostop (opzioni improbabile), o semplicemente farsela a piedi per tornare a Pradello (nella peggiore delle ipotesi sono circa 40 minuti su asfalto: gli ultimi due km, però, sono da fare sulla corsia di emergenza della superstrada, perchè non ci sono altre strade che portano a pradello da lecco, a meno di non conoscere molto bene le pendici basse del San martino, nella zona delle falesie di arrampicata: sconsiglio però l’opzione, se si sbaglia si rischia di fare strada inutile, impantanarsi nei rovi e nelle reti paramassi, ecc., che al termine di una gita di tale sviluppo non fa proprio piacere. i due km di superstrada non sono drammatici, la corsia di emergenza è bella larga, ed in questo tratto la gente non va fortissimo e non c’è poi tanto traffico (il tratto precede lo sbocco della galleria by-pass di lecco, nella quale si convoglia il 90% del traffico)).
Dall’osteria del pradello seguire le indicazioni per il sentiero dei Teccet (Sentiero Fiocchi). Dopo un primo tratto tra boscaglie e pietraie (ignorare le deviazioni a dx che portano alle falesie del pradello, e seguire i segnavia del CAI), si cominciano a salire dei divertenti tratti attrezzati che consentono il superamento della prima bastionata rocciosa.
Il sentiero ora piega a dx e comincia un mezzacosta/saliscendi. Si incontra un bivio con palina: si può scegliere di andare a dx verso il rifugio Piazza (consigliato per completezza dell’itinerario) o tagliare su dritto per la costa alla Bocchetta del Portantino (traccia ripida, vecchi segnavia), accorciando l’itinerario di circa un’ora, ma perdendo una serie di begli scorci paesaggistici. Il sentiero supera numerose vallette suggestive, alternando tratti ripidi, tratti a mezzacosta, e tratti in leggera discesa, e senza possibilità di errore porta al rifugio Piazza.
A sinistra dell’edificio, reperire le indicazioni per il sentiero della Val Verde (sentiero Spreafico), che ritorna nella direzione da cui proveniamo, ma più in alto. Il sentiero, con una serie di saliscendi faticosi in ambiente suggestivo, e con alcuni tratti attrezzati, raggiunge la Bocchetta del Portantino, dove ci si può ricongiungere con la traccia alternativa prima descritta.
Ora si risale ripidamente la Val Verde, in ambiente sempre suggestivo e su traccia ottima ma decisamente faticosa, alternando roccette facili a tratti di sentiero. La lunga risalita porta nei pressi del Forcellino, caratteristica bocchetta che immette nella conca dei Resinelli.
Da qui si può, in alternativa, salire verso destra direttamente alla cima del Coltignone, per traccia nel bosco che contorna il precipizio, oppure (consigliato) godersi un tratto assolutamente pianeggiante in uno stupendo bosco di faggi, di cui si apprezza l’armonia e la frescura proveniendo dall’accidentato ed assolato versante della valverde.
La stradina porta in breve ed in piano ai piani resinelli, nei pressi del pratone col “Grattacielo”. Da qui, seguendo le indicazioni, si prende a dx la strada lastricata che, attraversando il Parco Valentino del TCI, passando nei pressi del museo del grigne, porta in cima al coltignone.
Dalla cima, puntare dritto in direzione della corna Medale, a prendere il Sentiero GER (indicazione), che con spettacolare e ripidissima discesa (tratti attrezzati), si infila in una gola, e poi scende, attorniato da gigantesci torrioni, fino nei pressi della vetta della Corna Medale.
Da qui numerose possibilita: si può seguire l’itinerario 56 verso sx (si scende a Laorca, tratti attrezzati), si può seguire lo stesso sentiero 56 verso destra (si scende direttamente nei pressi della Cappelletta del San Martino) oppure (consigliato), si segue l’itinerario 57, che inizialmente risale un pezzo per poi fare un lungo mezzacosta in direzione della costa del MOnte San Martino, caratterizzato dalla presenza di una grossa croce. Raggiunto un colletto sulla costa stessa, nuove possibilità di scelta: si può andare dritti, raggiungere il crocione e scendere poi sulla Cappelletta del San martino o per sentiero semplice o tramite il nuovo sentiero Silvia che presenta tratti attrezzati; oppure (consigliato) scendere verso destra sul versante verso il lago.
Dopo qualche tornante, si raggiunge un nuovo bivio: verso sx si scende verso la cappelleta del San Martino collegandosi alla mulattiera principale a metà strada tra la cappelletta stessa ed il rifugio Piazza; verso dx, invece, si scende direttamente al rifugio. Da qui si può percorrere in discesa il sentiero dei Pizzetti (attrezzato, decisamente ripido), oppure più comodamente seguire la mulattiera fino nei pressi della cappelletta del San martino.
Qui si presenta l’ultima possibilità di scelta: o si prosegue lungo la mulattiera fino a Rancio, oppure si opta per la discesa lungo il sentiero attrezzato della Vergella (che parte da dietro la cabina della teleferica – indicazione).
In tutti i casi si raggiunge la città di Lecco in una delle sue frazioni, e poi, per la viabilità cittadina e con l’ultimo pezzo di superstrada, si torna al Pradello.
Per tutto l’itinerario calcolare circa 6 ore a passo normale di escursionista allenato. Le varie varianti possono poi ridurre o allungare i tempi di percorrenza.
- Cartografia:
- Kompass - Lecco Valle Brembana