1° giorno: (disl. 780 m) dal parcheggio si sale per comodo sentiero in due ore al rifugio. Il sentiero più rapido è quello di sinistra più diretto, c’è poi un passaggio di un torrente poco agevole, ma che si può evitare risalendo (e poi riscendendo) una trentina di metri incontrando una passerella.
2° giorno: (disl. 1159 m) dal rifugio si sale per sentiero in direzione ovest seguendo gli ometti sino a metter piede su un nevaio che dà accesso al ghiacciaio sommitale. Attenzione, facendolo al buio è facile perdersi, ad un certo punto (circa 2650) si incontrano delle rocce dove il sentiero si perde, gli ometti (per chi li vede) indicano correttamente di traversare in piano, invece una sorta di traccia suggerisce si salire parallelo alle rocce, ma porta da un’altra parte! Cosa analoga capita qualche centinaio di metri dopo, continuare a traversare almeno fino a 2700-2750.
Si risale il nevaio, che a stagione inoltrata comincia intorno ai 2950 m, in direzione nord fino ad un restringimento. La via normale piega a sinistra su roccette facili (ometti). Volendo, si può risalire il ripido canalino in direzione nord e all’uscita si piega a sinistra, ricongiungendosi con la via normale; scelta sconsigliata perché cmq si arriva più in alto e si deve traversare in leggera discesa.
Attaccato il ghiacciaio nel punto più basso intorno ai 3150 m, si comincia a piegare a sinistra, passando al di sotto di un evidente dosso (altrimenti ad un certo punto poi si dovrà scendere) e si percorre poi un ampio semicerchio sul ghiacciaio per aggirare i crepacci, puntando all’evidente vetta.
Si supera la crepacciata sulla sinistra, la “seconda” terminale a fine stagione può presentare qualche difficoltà, e in breve si perviene alla vetta, superando un breve ripido pendio.