L' ambiente è himalayano, non c'è nulla di poco ripido, lì ti senti nulla, una formica in un deserto verticale ed inospitale. La montagna ti possiede, ti intrappola e tu devi trovare la via, il modo di uscirne. Credo e spero di vivere altre avventure come queste ma spero di non raggiungerne mai un'assuefazione perchè qui il limite il margine di rischio è alto ed aleatorio e si corre sulla lama del rasoio per parecchio tempo, lo stress è veramente elevato. Quando si arriva sotto la Chandelle la visione è terrificante, un Capucin a 4500 metri a cui devi per forza attaccarti per uscire. Fuori dalla Chandelle il misto è più impegnativo di quanto credessi, forse anche perchè cominci ad essere provato e comunque non banale.
Una volta sulla cresta del Brouillard, se si hanno sufficienti batterie, arrivate alla Vallot o, meglio, al Gouter.
Dai bivacchi Eccles, raggiungere il Colle Eccles passando nel canalone o sulle rocce che portano a Punta Eccles. Poco oltre il colle, una decina di metri a valle lato Freney, vi sono i cordoni per la prima delle due doppie da 60 che portano alla base del canale. Da li si fa una forcelletta e si disarrampica un ripido pendio nevoso fin sotto la terminale del ghiacciaio del Freney (prevedere due corpi morti d’abbandono se si è scarsi a disarrampicare e si vuole scendere in doppia!). Attenzione: controllare di riuscire a passare la terminale da sotto il Pilone, altrimenti toccherá traversare a monte di essa.
Lo sperone si attacca facilmente da destra, in corrispondenza di una lama staccata (spezzoni di corda sparsi), quindi risalire sul pendio di neve ripido un pò oltre l’inizio delle rocce.
Poi la via è abbastanza logica e seguendo le indicazioni del Buscaini ma soprattutto quelle del proprio fiuto alpinistico arrivate alla base della Chandelle.
Si sale quasi sempre sul filo dello sperone nel suo margine destro attraverso i punti di maggiore debolezza.
Due sono i tiri davvero impegnativi fin sotto la Chandelle: uno nel primo terzo, uno nel secondo terzo. Il primo: una paretina verticale a lato di un diedro, con strapiombo su roccia rossa molto bella è abbastanza chiodato ma estremamente faticoso (V/V+ ?!!!!). Il secondo: una fessura che gira sul lato nord, faticosa e probabilmente anche ghiacciata ma ben integrabile con friends.
Infine una crestina di neve e poi una placchetta sul filo dello spigolo porta alla base della Chandelle.
- Attraversare a sx facile e attaccare il fessurone di destra che in una dozzina di metri porta alla sosta (5c). Posto da bivacco.
- Nella prima parte si può andare su dritti o passare tutto a destra (piu semplice? – si salta sopra un pulpito e si traversa in libera con passo di V–VI alla bellissima fessura di SX ben chiodata), che poi supera una sosta a sx e torna a destra sotto un tetto con vari ch fino alla sosta (scomoda, molti chiodi).
- Si traversa a dx in libera su placca fino a un chiodo (passo di 6b difficile da artificialare – c’è un chiodo molto basso per arrivarci con un pendolo?), poi il traverso continua ben chiodato, si scende, si sale e piano piano si gira sul versante nord. Sosta scomoda su molti chiodi.
- Da lì inizia il famoso diedro strapiombante molti chiodi da artif, sormontato dal tetto camino a campana dove pendolano corde marce. Sosta fuori dal tetto-camino.
- Si sale poi dritti con un bel passo di V e si guadagna la cengia orizzontale che si deve attraversare tutta.
- Si continua dritti e poi a SX, si attraversa lo spigolo a SX e si entra in due diedri faticosi.
- Ultimo tiro, facile ma non banale se bagnato, dritti su fessura e poi a DX su placche fino al filo DX della Chandelle, poi si sale a SX e facilmente si arriva alla vetta (50 m, sosta su cordone.
- Doppia da 30 m fino all’ intaglio (cimitero di corde incastrate-occhio), poi con un tiro da 30 m risalire la corda fissa fino a sotto degli strapiombini (posto da bivacco).
Da li per terreno misto non difficile fino ad incontrare la cresta del Bruillard, e poi la cima del Bianco. Calcolare anche 3h dalla cima della Chandelle.
- Bibliografia:
- CAI-TCI, Vallot