Su tutto il percorso è comunque necessario tastare sempre tutti gli appigli. Inoltre la via, pur non superando il grado 6a+, non è da sottovalutare perché molti sono i tratti completamente improteggibili (anche per 15 m): per salirla con un buon margine di sicurezza è dunque indispensabile avere buona padronanza delle difficoltà proposte e sapersi muovere su questo tipo di terreno d’avventura.
Il materiale in loco è minimo (chiodi sul terzo tiro ed un paio sui tiri finali): portare serie di nuts, friends fino al 3 ed eventualmente qualche chiodo se uno volesse proteggere di più i tratti sprotetti. Martello per ribattere i chiodi (pochissimi) in loco.
Nel corso di una ripetizione del 2002, i locals Mario Aires e Luigi Rocchietti, previo consenso di uno dei primi salitori della via (Ugo Manera) hanno riattrezzato le soste con spit-fix 10 mm e ne hanno posizionato tre in via.
Altrimenti lasciare l’auto alla partenza del sentiero per il Cibrario, prendere il sentiero che porta al rifugio per abbandonarlo un po’ dopo il ponte della cascata di Peraciaval, per giungere alla base del pilastro (2 ore).
Il pilastro è ben visibile dalla strada.
L’attacco è nei presso di un piastrino (spit con cordino), più o meno dove è ora presente il nevaio (che però non sempre c’è).Subito a dx. noterete una corda fissa e degli spit, ma quello è un progetto di via che non porta da nessuna parte.
L1: Salire il muretto (spit) ed arrivare in sosta (IV+).
L2: Continuare più facilmente diritti (III+).
L3: diritti per un muretto, poi fessura e quindi traverso sotto un tetto su lame. Molto bello, 6a+ (chiodi ed uno spit), a volte un po’ umido.
L4: diritti e verso fine corda un po’ a dx, vicino a muro rossastro (IV+).
L5: subito sopra la sosta per fessura (V/V+), poi piegare a dx. L6: salire diritti e poi per lo spigolo (IV+, pochissime possibilità di protezione).
L7-L8: per placche e muri, sempre abbastanza diritti, poche possibilità di protezione (IV-V).
L9: un po’ a dx. e poi a sx. per caminetto-fessura, raggiungendo un intaglio (V).
L10: Subito al di dietro dell’intaglio per placca (spit e chiodo) poi diritti per fessura per tagliare a dx. nei pressi di un davanzale fessurato, riportandosi sul filo dello spigolo, al di sopra della sosta precedente. 6a-6a +, attenzione agli attriti delle corde. La sosta è su filo di spigolo, al di sopra di uno strapiombino.
L11: diritti sopra la sosta per placca verticale (un chiodo a metà). 6a-6a +, poche possibilità di integrare il chiodo, se non verso la fine.
L12: piegare un po’ a dx. , prendere specie di spaccatura e seguirla ascendendo un po’ a sx. IV+, delicato.
L13: diritti sopra la sosta per uscire sotto il fungo (III).
Discesa: due possibilità. In corda doppia lungo la via oppure, faccia a monte, seguire cengia a dx. e portarsi sui detriti del ghiacciaio di Bertà. Scendere al lago sottostante, piegare tutto a sx. (faccia a valle) fino a reperire un canalino di fronte al rifugio Cibrario, che consente di raggiungerlo.