Note
Storico
La via originale consta solo dei primi 3 tiri, un vero peccato perché dopo la cengia mediana c’è continuità di roccia con la parte superiore dei Lapiti. Si è così
provveduto a prolungare l’itinerario aggiungendo quattro tiri molto piacevoli e divertenti in modo da raggiungere la cuspide della struttura. La parete è facilmente e velocemente raggiungibile e rappresenta una valida alternativa alle strutture del lato idrografico destro nel caso in cui il meteo sia incerto o non si abbia tempo o voglia di camminare troppo.
Scala proteggibilità; grado max e obbl: I/RS2 ; 6c – 6a obbl.
Materiale in posto: 64 spit-fix comprese le soste
Materiale occorrente: 15 rinvii, una serie friend BD dal n°0.3 al n°2. Corde 60 m.
Il Vallone di Sea si colloca in un ambiente prettamente alpino, austero e severo. Le pareti di roccia, sulle quali viene praticata l’arrampicata, si collocano ad una quota variabile tra i 1500 m e i 2700 m.
L’avvicinamento varia dai 45-60 minuti per le strutture più vicine fino alle due ore e oltre per quelle ubicate nei posti più reconditi. Fondamentale essere sempre aggiornati sulle previsioni meteorologiche prima di intraprendere qualsiasi scalata.
Gli interventi in progetto o già realizzati dall’associazione Rocciatori Val di Sea non hanno l’intento di “mettere in sicurezza” gli itinerari del Vallone bensì di cercare di sostituire, almeno in parte e nei limiti del possibile, l’attrezzatura presente considerata vetusta e soggettivamente non più affidabile. Nessuna delle vie del Vallone presenta o presenterà una chiodatura “plaisir” e nessuna ha subito o subirà una chiodatura integrale a fix. La pubblicizzazione, il rinnovamento o piazzamento di attrezzatura non implica che l’associazione, o chi per essa, intenda arrogarsi la custodia o la manutenzione del luogo e di quello che vi è collocato, né che garantisca la “sicurezza” o l’esclusione di incidenti dovuti a cedimenti di chiodi, protezioni fisse, massi ecc.. Si precisa che l’opera intrapresa NON ha fini di lucro o commerciali ma solamente l’intento di riportare alla luce vie oggi dimenticate.
E’ pertanto esclusivo onere dell’arrampicatore, che percorrerà tali vie, valutare con occhio critico lo stato della chiodatura in loco, eventualmente sostituendo o integrando parte degli ancoraggi fissi (quali ad esempio cordoni, maillon rapide, chiodi tradizionali) ed intraprendendo la scalata solo se ritiene di possedere adeguate capacità tecniche-psico-fisiche (capacità a proteggersi con mezzi amovibili, capacità di valutazione e ricerca del percorso). Essendo inoltre le strutture rocciose soggette ad assestamenti e potenziali crolli l’arrampicatore dovrà essere in grado di verificare con occhio critico eventuali lame o blocchi instabili, rinunciando alla scalata in caso di pericolo.
Avvicinamento
provveduto a prolungare l’itinerario aggiungendo quattro tiri molto piacevoli e divertenti in modo da raggiungere la cuspide della struttura. La parete è facilmente e velocemente raggiungibile e rappresenta una valida alternativa alle strutture del lato idrografico destro nel caso in cui il meteo sia incerto o non si abbia tempo o voglia di camminare troppo.
Scala proteggibilità; grado max e obbl: I/RS2 ; 6c – 6a obbl.
Materiale in posto: 64 spit-fix comprese le soste
Materiale occorrente: 15 rinvii, una serie friend BD dal n°0.3 al n°2. Corde 60 m.
Il Vallone di Sea si colloca in un ambiente prettamente alpino, austero e severo. Le pareti di roccia, sulle quali viene praticata l’arrampicata, si collocano ad una quota variabile tra i 1500 m e i 2700 m.
L’avvicinamento varia dai 45-60 minuti per le strutture più vicine fino alle due ore e oltre per quelle ubicate nei posti più reconditi. Fondamentale essere sempre aggiornati sulle previsioni meteorologiche prima di intraprendere qualsiasi scalata.
Gli interventi in progetto o già realizzati dall’associazione Rocciatori Val di Sea non hanno l’intento di “mettere in sicurezza” gli itinerari del Vallone bensì di cercare di sostituire, almeno in parte e nei limiti del possibile, l’attrezzatura presente considerata vetusta e soggettivamente non più affidabile. Nessuna delle vie del Vallone presenta o presenterà una chiodatura “plaisir” e nessuna ha subito o subirà una chiodatura integrale a fix. La pubblicizzazione, il rinnovamento o piazzamento di attrezzatura non implica che l’associazione, o chi per essa, intenda arrogarsi la custodia o la manutenzione del luogo e di quello che vi è collocato, né che garantisca la “sicurezza” o l’esclusione di incidenti dovuti a cedimenti di chiodi, protezioni fisse, massi ecc.. Si precisa che l’opera intrapresa NON ha fini di lucro o commerciali ma solamente l’intento di riportare alla luce vie oggi dimenticate.
E’ pertanto esclusivo onere dell’arrampicatore, che percorrerà tali vie, valutare con occhio critico lo stato della chiodatura in loco, eventualmente sostituendo o integrando parte degli ancoraggi fissi (quali ad esempio cordoni, maillon rapide, chiodi tradizionali) ed intraprendendo la scalata solo se ritiene di possedere adeguate capacità tecniche-psico-fisiche (capacità a proteggersi con mezzi amovibili, capacità di valutazione e ricerca del percorso). Essendo inoltre le strutture rocciose soggette ad assestamenti e potenziali crolli l’arrampicatore dovrà essere in grado di verificare con occhio critico eventuali lame o blocchi instabili, rinunciando alla scalata in caso di pericolo.
Da Forno Alpi Graie percorrere la strada che porta al Santuario di Nostra Signora di Loreto e parcheggiare in prossimità del bivio con il Vallone di Sea (cartello con divieto di transito).
Continuare fino in località “Porte di Sea” dove la strada di servizio dell’acquedotto continuerebbe oltre il guado del torrente. Seguire invece il segnavia n. 308, superare il balconcino roccioso del Passet e continuare fino al culmine della scialeri, la scala di pietra che raggiunge l’inizio del pianoro del Massiet. Qui, un cartello di legno segnala l’accesso alla “Torre di Gandalf il mago”, al “Droide” (ben visibile) e alla “Reggia dei Lapiti”. Salire lo zoccolo lungo una traccia con ometti, piuttosto ripida, e raggiungere la base della “Torre”. Traversare quindi a sinistra fino a oltrepassare l’arto sinistro del “Droide”. (45’ da Forno Alpi Graie).
Descrizione
Continuare fino in località “Porte di Sea” dove la strada di servizio dell’acquedotto continuerebbe oltre il guado del torrente. Seguire invece il segnavia n. 308, superare il balconcino roccioso del Passet e continuare fino al culmine della scialeri, la scala di pietra che raggiunge l’inizio del pianoro del Massiet. Qui, un cartello di legno segnala l’accesso alla “Torre di Gandalf il mago”, al “Droide” (ben visibile) e alla “Reggia dei Lapiti”. Salire lo zoccolo lungo una traccia con ometti, piuttosto ripida, e raggiungere la base della “Torre”. Traversare quindi a sinistra fino a oltrepassare l’arto sinistro del “Droide”. (45’ da Forno Alpi Graie).
- L1: salire il primo muro atletico su buone prese per spostarsi quindi a destra in un liscio diedrino che si supera sfruttando buone tacche sulla sua faccia sinistra. Dopo un tratto più facile si esce a sinistra con più difficile arrampicata. Sosta su una buona cengia di blocchi. Difficoltà 6c, non servono friend
- L2: dalla sosta traversare allo spit-fix a sinistra e superato un primo muretto si prosegue nel diedro-camino strapiombante in comune con la via “Tangerine Dream”. Difficoltà 6a+, utili friend medio piccoli
- L3: salire la bella placca superando a metà un ostico ribaltamento e verso la fine un passo delicato. Difficoltà 6b+
Qui finisce la via originale e iniziano i nuovi tiri (2024)
- L4: salire la facile placca sopra la sosta fin contro un breve ma atletico muro giallastro che permette di ribaltarsi dentro una grande nicchia. Difficoltà 6a+, non servono friend
- L5: superare da sinistra a destra il soffitto della grotta, utilizzando buone tacche sotto la fessura di fondo. Proseguire quindi fino a una comoda cengia. Difficoltà 6a, piazzare un friend n°1 fuori dal ribaltamento.
- L6: salire il diedrino a sinistra della sosta (friend medio piccoli e volendo un n°2 in uscita) e proseguire sul divertente muro fino alla cornice alla base della pancia finale. Difficoltà 6a
- L7: salire sopra la sosta, dopo una serie di facili gradoni proseguire in placca su roccia molto bella. Uscire quindi a sinistra alla sosta comune con “Le ruote degli Ittiti” e “Dinoru”. Difficoltà 5c
Discesa
- Doppia 1: da S7 alla sottostante sosta di “Le ruote degli Ittiti” e “Dinoru”
- Doppia 2: da questa sosta dritti fino alla cengia pochi metri a sinistra (faccia a monte) della sosta S5
- Doppia 3: da S5 a S3
- Doppia 4: da S3 a S2
- Doppia 5: da S2 alla base
Prima salita e data: G.C. Grassi, F. Melina, A. Morittu; 11/1989 per i primi 3 tiri originali; prolungamento L. Brunati, L. Enrico, M. Enrico, A. Ippoliti ; 12–15/08/2024
Richiodatori: M. Blatto, R. Rivelli 06/2017 per il terzo tiro e parzialmente il secondo; L. Brunati, L. Enrico, M. Enrico, A. Ippoliti ; 12–15/08/2024 per il resto della via
Richiodatori: M. Blatto, R. Rivelli 06/2017 per il terzo tiro e parzialmente il secondo; L. Brunati, L. Enrico, M. Enrico, A. Ippoliti ; 12–15/08/2024 per il resto della via
- Cartografia:
- IGC serie Monti n° 103
- Bibliografia:
- Vallone di Sea, un mondo di pietra di Marco Blatto, Vivalda/Aria Editori
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