L1: brevissimo muretto con grandi appigli ma atletico 5b, sosta su albero. Il tiro è accorpabile a quello successivo.
L2: affrontare un muretto strapiombante senza aggirarlo a destra 6a, poi un tetto atletico 6a e una placca verticale lavorata 5c
L3: a destra, facile spigolo lavoratissimo 4c, poi placca 4b
Salire dalla S3 alcuni blocchi sul fil di cresta poi portarsi alla base di una placca dove passa il raccordo di “Ballo delle ombre”.
L4: si tratta in realtà di un tiro di trasferimento. Seguire due spit di “Ballo delle ombre” 5b, poi piegare decisamente a sinistra in un diedro aperto e poco definito (5a friend 0,75bd utile). Guadagare un torrioncino e disarrampicare con cautela sul lato opposto 5a senza attaccarsi alla vecchia corda fissa, pericolosa. Raggiungere quindi la cengia terrosa e una comoda sosta.
L5: non seguire gli spit rossi di destra (Oh pebbacco svulazzo), ma, a sinistra, attaccare la bella placca con vecchie placchette artigianali 6b e poi il bellissimo muro verticale successivo 6a+ uscendo al termine del torrione dell’Agrieru.
Discesa: lungo “Oh pebbacco svulazzo”, con le ultime due doppie fastidiose per erba, rami e rovi.
- Cartografia:
- IGC n° 110
- Bibliografia:
- Tra il classico e il moderno - Blatto, Bosticco, Rosa