periodo consigliato: da fine ottobre a fine marzo
Dall’incrocio in prossimità di Piane Sesia, prendere la strada per Serravalle e Bornate. Cinquecento metri dopo il primo semaforo svoltare a sinistra nella Via Monchezzola da percorrere fino alla sua fine. Al termine del bitumato, in prossimità di un torrente (Rio Chezzo) si trova uno slargo dove è possibile parcheggiare la macchina. La salita a piedi inizia con l’attraversamento del torrente su un ponticello pedonale. Seguire il successivo sterrato che in breve porta sul greto del torrente stesso. Occorre attraversarlo per prendere, sulla riva opposta, un comodo ed ampio sentiero, che in 30 minuti di cammino dalla vettura porta all’Alpe Seren. Quest’alpe, il cui aspetto esterno è quello di un rifugio, è di proprietà privata, panche e tavoli da pic-nic nelle immediate vicinanze. Dall’alpe Seren prendere verso nord-ovest un sentiero che in leggera discesa porta ad un incrocio. Ignorare sia il sentiero di destra che di sinistra per continuare diritti sul sentiero in salita. Segue un lungo tratto pressoché in piano che porta ad uno sterrato, quota 560 metri, ore 0.50 dalla macchina. Seguire lo sterrato fino ad un colle, oltre il quale lo sterrato stesso continua ma in netta discesa, quota 675 metri, ore 1.10 dalla partenza. Da questo colle prendere, alla propria sinistra, sud-ovest, un sentiero molto evidente e ben marcato. Seguendo questo sentiero si arriva a Cima Vasselloni identificabile solo da un cartello segnaletico, perché sono diversi i punti in quota che possono essere scambiati per la cima. Dalla vettura ore 1.40. Dalla cima il sentiero continua verso sud. Non si può sbagliare perché è l’unico esistente. Ad un primo tratto più o meno in quota, succede una ripida discesa fino alla Bassa Gavazzetti, quota 617, ore 2 dalla partenza. Questo passaggio è più conosciuto col nome di Passo della Morte. Definizione eccessiva. Si tratta, in effetti, di una breve crestina, in relativa esposizione su entrambi i lati, sulla quale passa il sentiero senza difficoltà di sorta. Dal menzionato colle seguire un sentiero ben evidente che rimonta la dorsale nord di S. Emiliano. Dopo un primo tratto ripido succede una mezza costa. A circa 15 minuti dal colle abbandonare il sentiero principale per prendere, sulla propria destra, un ‘altro sentiero che in breve raggiunge la menzionata dorsale nord di S. Emiliano. Piegare a sinistra per arrivare, dopo aver superato alcuni sali scendi, alla chiesetta, quota 728 metri, ore 2.30 dalla partenza. Da S. Emiliano ritornare sui propri passi, nord, per prendere, quasi subito, un marcato sentiero sulla propria destra. Dopo un ripido tratto in discesa e una risalita si arriva alla Bocchetta delle Ovasine, quota 509 metri, da S. Emiliano ore 0.50. Dalle Ovasine piegare immediatamente alla propria sinistra, senza attraversare lo sterrato, per prendere un sentiero, anche questo ben marcato, che in discesa segue tortuosamente l’andamento della montagna. Arrivati sul fondo della valle occorre guadare due volte il Rio Chezzo. I guadi non presentano particolari difficoltà, ma solo un minimo d’attenzione per non bagnarsi i piedi. Il primo guado s’incontra a quota 385 metri, ad ore 1.10 da S. Emiliano. Il secondo a quota 370, 15 minuti dopo il primo. Ancora una breve discesa e si perviene alla Cappella Monchezzola e all’omonimo rifugio di proprietà dell’Associazione Nazionale Alpini, sezione Valsesiana, Gruppo di Serravalle. Dal rifugio uno sterrato pianeggiante riconduce alla vettura, da S. Emiliano ore 1.45, percorso totale ore 4.15.
- Cartografia:
- IGM foglio 30, BORGOSESIA II SO
- Bibliografia:
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Valsesia e Monte Rosa, volume I, di don Luigi Ravelli, pagine 44 e 45
cartografia: IGM, foglio 30, Borgosesia II S.O., scala 1: 25.000
Guida degli Itinerari Escursionistici della Valsesia, foglio 6/A, della Sezione di Varallo del C A I.
- Link:
- http://www.torriste.it