Da Passo Sella parte il sentiero di avvicinamento. Il segn. è il 649, c’è la possibilità di prenderlo anche dal rifugio del Cai, più avanti. Il sentiero traversa alla base della impressionante parete del Sella e porta all’attacco della ferrata in mezz’ora. E’ il momento per imbragarsi. Il primo tratto della ferrata è il più impegnativo. Sono circa 250 metri di parete pressochè verticale da risalire. L’attrezzatura è costante, poche le scale e i pioli, serve un po’ di tecnica di arrampicata per non essere costretti a tirarsi su di peso con l’aiuto della corda (e sarebbe impossibile farlo per lungo tratto). Lunghi tratti in esposizione, in cui guardando sotto di sè si vede la base della parete. Alcuni piccoli canali che per essere risaliti richiedono un po’ di opposizione (in un paio di casi stile camino, uno con la schiena poggiata da un lato e le gambe dall’altro). In diversi punti occorre cercare con attenzione la sequenza di appigli per riuscire a salire.Superata la prima parte della ferrata, si raggiunge l’orlo della terrazza del Sella. Ora si può riposare, almeno psicologicamente. Infatti si risale su un sentiero non difficile, in ambiente grandioso, fino a giungere sotto la parete finale. Mancano ancora quasi duecento metri di dislivello, ma l’esposizione e le difficoltà tecniche sono inferiori. Dopo tutta questa parete, siamo a q. 2940, in cima di un altopiano molto esteso, sul cui margine sinistro le elevazioni (di poco maggiori dell’altopiano) prendono il nome di Piz Selva, Piz Revis, Piz Gralba, Piz Saliera e Piz Miara (su cui c’è una grande croce).
Discesa:vi sono due sentieri possibili, uno che si tiene sulla linea di cresta e tocca tutti i Piz, l’altro che si tiene qualche decina di metri più in basso riducendo i (modesti) dislivelli.Sotto il Piz Miara sulla destra si stacca un sentiero (niente segni rossi, ma evidenti omini di pietra) che accorcia di almeno un’ora e mezza il percorso. Un primo bivio a sinistra verso il rifugio Pisciadù (segn. 676), pochi minuti dopo un altro (segn. 666), sull’Alta Via n.2. Ancora un altro bivio, stavolta si lascia l’indicazione rif. Boè e si segue invece Val Lasties e Passo Sella. Il segnavia è ora il 647 che scende nella valle in un ambiente spettacolare, tra pareti strapiombanti e spettacolari. Le prime chiazze erbose sono fiorite di stelle alpine. Intorno a quota 2300 vediamo sulla destra innestarsi il sentiero di cui parliamo nelle varianti. Poco dopo, intorno a quota 2280, il sentiero si biforca. Se si è lasciata l’unica auto al Passo Sella, conviene tenersi sulla destra; il sentiero porterà nel bosco e porterà sulla strada (dopo un po’ di salita) intorno a q. 2050; da lì autostop o risalita lungo la strada, faticosa a questo punto.
tempi di percorrenza P.sso Sella q. 2244 – attacco ferrata q. 2290 (30′) – fine primo tratto attrezzato q. 2550 ca. (1h30′) – fine ferrata – Piz Selva 2941 (1h15′) – Forcella dei Camosci q. 2925 (1h)- strada Passo Sella q. 1850 (2h15′) – totale 6h30′
dislivelli totali 850 m., 1250 m.(circa)
Variante di discesa:
1) il sentiero che si stacca sotto il Piz Miara porta in Val Lasties accorciando il percorso di oltre un’ora mediante il Vallòn Bianch. E’ un sentierino segnato con ometti di pietra, supera un salto di roccia con due tratti di corda (delicati, in discesa: conservare l’imbragatura se lo si percorre); è consigliabile solo se occorre arrivare prima, l’altopiano e l’alta Val Lasties sono splendidi ed è un peccato perderli.
2)poco dopo Forcella dei Camosci è possibile scendere al rifugio Pisciadù e da lì al Passo Gardena (con la ferrata Brigata Tridentina in discesa o per la Val Setus).
A q. 2280 in Val Lasties si deve tenersi sulla destra se vogliamo tornare al Passo Sella; calcolare in tal caso almeno 45′ in più (e una sgradevole salita al bordo della strada, con poche scorciatoie) oppure l’autostop.