L’ascesa ha come punto di partenza il piazzale di fronte alla diga di Gera, al quale si giunge dopo un breve tratto di strada sterrata dalla diga di Campomoro (Lanzada). Giunti presso la sommità dello sbarramento seguendo la stradina asfaltata, ci si trova di fronte ad un bivio che a sinistra attraversando lo sbarramento, porta al rifugio Bignami mentre dall’ altra porte come da indicazioni all’alpe Gembrè e la val Poschiavina. Ci dirigiamo in quest’ultima direzione e percorriamo una stradina sterrata intagliata nel fianco roccioso della montagna, tuttavia, non appena scorgiamo, alla nostra sinistra un ponte su di un torrentino, dobbiamo lasciarla e seguire un sentiero che, valicato il torrente, sale leggermente per poi ridiscendere bruscamente riavvicinandosi così al lago.
Raggiungiamo quindi l’alpe Gembrè (2224m), da qui lasciamo il sentiero principale per seguirne uno meno marcato proseguendo verso nord-est. La traccia è ben marcata, tuttavia i segnavia (bollini rossi) sono rari.
A questo punto il sentiero risale un ripido gradino erboso e roccioso, che porta un pianoro. Qui la traccia si fa molto debole, ma con un po’ di attenzione ed intuito è facile indovinare dove và a finire dato che prosegue diritta verso il centro del pianoro a sinistra della sommità di un dosso erboso. Ormai in alto, a sinistra, è ben visibile il casotto arancione del bivacco Anghileri-Rusconi, collocato poco distante dal passo confinale. Vediamo ora chiaramente, alla nostra sinistra, la cima Fontana.
Giunti ai piedi di una formazione rocciosa arrotondata la aggiriamo a sinistra e ci ritroviamo nei pressi di un torrentello che scende da un grande vallone, lo seguiamo lasciandolo sempre a sinistra ed in breve ritroviamo il sentiero, segnalato anche da numerosi ometti.
Risalito il canalone, la traccia ci porta diritta al passo Confinale, noi tuttavia svoltiamo a sinistra e risaliamo un dosso erboso, giungendo quindi al bivacco Alinghieri-Rusconi(2654m,2h).
A questo punto è necessario prestare un po’ di attenzione per individuare il sentiero che porta alla cima; a far ciò ci aiutano alcuni cippi di legno numerati, dei segnavia bianco e rossi oltre ad una moltitudine di ometti. Dietro il bivacco cominciamo a salire, inizialmente verso sinistra: troveiamo subito il cippo di legno con il numero 5 dopodichè pieghiamo a destra e qui troviamo un sentiero, abbastanza marcato, con i segnavia.
Procedendo verso destra, giungiamo ad un canalino, che il sentiero taglia, per poi risalire, con un breve tratto esposto, uno speroncino roccioso (questo rappresenta l’unico passaggio non elementare dell’escursione), dopodiché si giunge ad un più tranquillo crinale erboso, risalito il quale ci troviamo ai margini di una sorta di altipiano ondulato.
Di fronte a noi, leggermente spostata a sinistra, in primo piano, la cima Fontana. Si tratta di attraversare i l’altipiano in direzione nord, per poi attaccare il facile crinale orientale che sale alla cima.
Nel frattempo passiamo a sinistra di due laghetti ed oltrepassato il cippo numero 8 raggiungiamo la sella, sulla quale su di un masso troviamo le indicazioni: a sinistra per la cima Fontana, a destra per il pizzo Varuna.
A questo punto dobbiamo risalire un crinale di sfasciumi che sale alla cima (3h), essa si distingue per la presenza di un grande ometto, del cippo di legno con il numero 10 e di una targhetta.
La vista è ovviamente meritevole, sono ben visibili in particolar modo: la diga ed il lago di Gera, il Monte Disgrazia la vedretta di Fellaria orientale con a destra il Pizzo Palù, il Pizzo Varuna e il Pizzo Scalino.
- Cartografia:
- Kompass 93 Bernina - Sondrio