Si consiglia comunque la relazione di Montagne d'Oc.
La roccia, a differenza di ciò che è scritto su Montagne D'oc (roccia buona) secondo noi è mediocre, con pochi tratti buoni. Richiede attenzione durante tutta la salita e non sempre ci si può proteggere in modo così "confortevole".
Salita lunga con molti tratti non banali seppur di grado contenuto. E' necessario un buon intuito per la ricerca dell'itinerario soprattutto nella parte mediana.
La discesa inoltre pare essere lunga e impegnativa lungo il versante Ovest per un sistema di canali detritici e cenge fin nel vallone sottostante. Noi abbiamo preferito seguire la cresta in direzione nord fino al Brec de Chambeyron per scendere poi lungo la sua via normale (percorso comunque lungo, circa 2.30 ore solo per reperire la normale del Brec).
Di seguito verranno descritte le lunghezze relative alla nostra ripetizione del 27 Luglio 2013, che non sempre corrispondono a quanto descritto su Montagne d’Oc; Crediamo comunque di aver seguito piuttosto fedelmente la salita originale. Lunghezza dei tiri e difficoltà, indicativi. Quando la lunghezza dei tiri supera i 60m siamo saliti in “conserva”.
L1: Salire per diedri a balze fino a reperire la sosta a “spit vecchi” su una cengia. 30m III
L2: Superare un muro verticale sopra la sosta e giunti in una zona più rotta salire fino a reperire la sosta su cordoni vecchi su spuntone. 30m IV+
L3: Traverso orizzontale a sx su placca abbattuta, raggiunto uno spigolo continuare per balze verso sx fino alla sosta su due chiodi. 40m III+
L4: Salire per balze verso sx fino a raggiungere un diedro/canalino che sale da sx verso dx e finisce sotto un camino strapiombante, seguire il diedro fino ad un ripiano poco sotto la base del camino. 55m IV
L5: Sulla dx parte un altro camino verticale formato da una gigantesca stele appoggiata alla parete, risalirlo interamente e sbucare in cima al pilastro, proseguire qualche metro fino in sosta su chiodi in una piccola nicchia. 45m V
L6: Traversare orizzontalmente a dx su placca abrasiva ed esposta per qualche metro, poi tirare dritti per fessure larghe e muri fino a sbucare su una zona di placche bianche compatte dove si sosta. 50m V+
L7: Risalire le placche e per terreno più facile ma friabile salire per diedro-canale fino alla base di un grande muro con roccia rossastra a striature nere. 90m III+
L8: Sulla sinistra di questo muro salire per muri e diedri fessurati di roccia nerastra fino a sostare. 50m IV+
L9: Continuare prima diritti per muro fessurato poi piegare a dx fino a sbucare in un grande canale-colatoio nel quale ci si addentra. Sostare. 60m IV+
L10: Mantenere il canale con più biforcazioni e salire tenendosi sulla dx in direzione del filo dello sperone fino a raggiungere una selletta sul filo di quest’ultimo, alla base di un diedrino grigio. 80m III+, IV
L11: Risalire il diedrino e una volta sul filo dello sperone mantenerlo fino a sostare su spuntone. 40m IV+
L12: Mantenere il filo superando piccoli torrioni e sellette fino alla base di un muro più compatto fessurato. 70m III+, IV
L13: Salire il muro e continuare sempre sullo sperone fino ad una sella alla base dell’ultima grande torre, sostare. 45m IV+
L14: Salire il muro di fronte per diedri fessurati, tenersi sulla dx fin sul filo, poi imboccare una ripida rampa con fessura-camino verso sx e uscire su gengia. Sosta su chiodi. 45m IV+
L15: Sulla sx imboccare un breve camino che porta su un ripiano, da li salire verticalmente per lame e fessure, tenersi poi verso dx su terreno friabile e uscire direttamente sull’anticima. 45m V
Da qui con 100m di facile cresta verso nord si arriva in cima al Parias Coupà.
- Bibliografia:
- Montagne D'oc - autori Parodi-Scotto-Villani oppure Guida dei monti d'Italia.