È una delle due alternative per raggiungere il grande diedro azzurro che tutti gli anni fa bella mostra di sé a destra del salto del nido, ben visibile dal ponte ad inizio valle.
Questo parte di cascata era già stata salita, non so se già anni fa o solo di recente (ma noi abbiamo trovato buchi di viti quindi non abbiamo dubbi..) accedendo al pendio superiore tramite un esile candelino di una ventina di metri, verticale e sottile.
Noi invece abbiamo raddrizzato la linea, forzando il tetto con frange dritto sotto la cascata.
proponiamo un grado III/5/R/A1 (se volete passare in artif può essere utile un chiodo a lama ed un friend medio piccolo).
la cascata è stata ripetuta e liberata il 7.2.2011 da Rossano Libera e Cristian Biasini, che propongono un M6 e confermano che la via merita un giro
1,30 h dal parcheggio.
L1: facili risalti fino a sostare su ghiaccio sotto il tetto, 60 m
L2: esile candelino sulla destra, traverso ancora più a destra, sosta su uno spit e vite da collegare, 30-40 m
L3: dritto per sottili nastri di ghiaccio collato (uno spit di protezione sulla sx poco prima della fine del ghiaccio) fino alla fessura che borda il tetto sulla destra. Qui due ottimi chiodi permettono di alzarsi e prendere la frangia uscendo sul facile. 30 m, sosta su ghiaccio
L4: facile risalto verso sinistra e lungo pendio di neve fino sotto il diedrone azzurro, 60m, sosta su ghiaccio
Il diedrone, sempre ben fornito di ghiaccio spesso) si sale con due tiri da 40 mt facendo sosta in una splendida grottina sulla destra a metà salto.
Discesa con 5 doppie da 60, la prima da albero con fettuccia e maillon sulla sx, le altre da abalakof
- Bibliografia:
- Cascate, M. Sertori