Si apprezzeranno il silenzio e i colori dell’autunno, magari incontrando branchi di stambecchi che scendono quando tutto è tranquillo.
Data la brevità della gita, si può proseguire salendo la facile Punta di Bellacomba. Qui si ha un ottimo panorama su tutta la conca di Malciaussia e sul Rocciamelone.
Si consiglia invece di evitare questo percorso in primavera, sia per il pericolo di valanghe, sia perché spesso l’ultimo tratto verso il lago è coperto di neve ghiacciata.
Il grado di difficoltà fino al lago è T .
Proseguire sulla strada che, dopo un tornante, si inoltra nel vallone con poca pendenza. Dopo circa dieci minuti di cammino si giunge alla sbarra di chiusura. Superatala si prosegue con pendenza più rilevante, passando per le diroccate grange Barmafredda. Proseguendo, si superano due ripidi tornanti e si percorre un lungo traverso passando per le grange Ciampon. Si trova poi a sinistra la deviazione per il lago Falin, e subito dopo una serie di ripidi tornanti. Altro ripiano con le belle grange Pian Andè e subito dopo inizia l’ultimo traverso, al cui inizio si vede già la diga.
La si raggiunge e giunti al lago, prima di scendere verso l’albergo Vulpot si prende a destra la stradina che porta alle varie case e alpeggi. Giunti all’ultima casa, si prende a destra il crestone e lo si segue fino in vetta, con pendenze sostenute, su una piccola traccia.
Ritorno sulla strada asfaltata che si apprezzerà per l’assenza di veicoli.
Volendo completare la passeggiata senza percorrere la strada, si può scendere (a sinistra salendo, cartello) prima della diga fino al corso d’acqua emissario del lago. Attenzione che, se sono aperte le paratie del lago, l’attraversamento può risultare difficoltoso. Il sentiero è segnato con segni bianco-rossi e cartelli della gara “I sentieri di Annibale” .
Si risale qualche metro, poi si scende verso est sul vecchio sentiero per il lago, passando vicino a un gruppo di baite. Dopo si arriva ad un valloncello da cui la strada non è visibile. Lo si percorre in leggera discesa fino ad incontrare un pianoro con grossi massi. Al suo termine vi è una deviazione a sinistra se si vuole ritornare sulla strada guadando il torrente. Proseguendo diritti si trova una decisa salita (un centinaio di metri di dislivello) che ci porta verso destra ad un colletto, da cui poi si scende alla conca del lago Falin, uno specchio d’acqua ormai quasi scomparso, in un bell’ambiente selvaggio. Da qui, appena dopo aver superato l’emissario del lago, si seguono i segni a sinistra che portano prima a un lungo traverso nel bosco, poi con ripida discesa (parecchio scivolosa in caso di piogge recenti) fino quasi alla Stura, da dove si raggiunge in breve Margone.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.8 Valli di Lanzo