Si parte di fronte al Museo del Parco del monte Avic, frazione Covarey. Si imbocca la ripida ma comoda mulattiera, si passa vicino ad una bella baita di legno scuro e si entra nel bosco di larici. La traccia di salita diventa esile ma sono presenti ometti che su sentiero sempre con pendenza sostenuta porta all’attacco della ferrata.
Dopo aver ancorato i moschettoni al primo cavo d’acciaio della partenza, si raggiunge sulla destra il vicino albero che sorregge una piccola scaletta con pochi gradini ricavati da tronchetti di legno e, su questa, si raggiungono i cavi di un piccolo ponte delle scimmie ancorato, un po’ più in alto, allo stesso albero da un lato e ad un roccione strapiombante dall’altro lato.
Superato il ponte e raggiunta la sommità del primo roccione, si affronta la salita della 1° scala “mobile” (alta circa 10 metri) anch’essa con i gradini formati da tronchetti di legno e ancorati sui due lati a cavi d’acciaio.
Al di sopra di questa scala, si raggiunge un primo roccione da cui parte il percorso intermedio della ferrata, abbastanza sinuoso, che supera zone rocciose verticali.
Prima si prosegue diritti e poi si piega verso destra, seguendo il percorso delle corde e dei tasselli di appoggio dei piedi che appaiono ben visibili ancorati alle rocce.
Una rampetta nella parte alta della via ferrata porta sotto uno spigolo strapiombante che occorre superare sulla destra.
Sulla sua sommità si raggiunge rapidamente, su facili roccette, la seconda alta scala (di c. 7 metri) con gradini formati da tronchetti di legno che supera l’ultimo sperone roccioso della ferrata e che conduce al termine della stessa alla quota di circa 1480 metri slm.
Alla data della nostra salita, sopra o nei pressi del roccione finale della ferrata, non ci sono indicazioni utili per effettuare la discesa.
Come detto sopra, abbiamo effettuato la discesa risalendo prima poco evidenti tracce nel bosco e poi piegando verso destra con una breve traversata in discesa in direzione dei sottostanti prati, cercando di evitare zone boscose con altri risalti rocciosi, transitando nel bosco un po’ più in alto delle stesse, per poi scendere dove possibile, raggiungendo i prati. Raggiunti i prati, si torna a Covarey piegando a destra e sfruttando tracce di sentiero che collegano vari terrazzamenti.
- Cartografia:
- I.G.C. 1:50.000 Ivrea, Biella e Bassa Valle d’Aosta - n.9
- Bibliografia:
- http://www.eneafiorentini.it/