L’itinerario proposto permette di salire agevolmente al colle del Colombardo tramite una bella mulattiera di facile accesso. Al colle, quotato 1888 m, è presente un notevole edificio religioso dedicato alla Madonna degli Angeli con annessi locali di civile abitazione. Da qui, volendolo, si può salire alla Punta della Croce o alla Punta Imperatoria seguendo l’itinerario di cresta. Per il rientro a valle si propone un itinerario alternativo che da prima tocca alcuni alpeggi abbandonati, poi scende per un lungo tratto parallelo al torrente Sessi, infine traversa con andamento quasi pianeggiante per ritornare al punto di partenza e chiudere così l’anello. Uno di questi è l’alpe delle Frasse. Appena sopra vi è un notevole sito dove sono stati estratti varie specie di minerali cristallizzati come i granati e altri, particolarmente pregiati per la loro purezza, luminosità e dimensione.
Lasciata l’auto presso lo slargo, si segue l’indicazione per il Colombardo.
Il sentiero si inoltra all’interno delle case, rasenta sulla destra la chiesetta e, tralasciando deviazioni sulla destra o sulla sinistra prosegue diritto (solite tacche bianco-rosse).
Usciti dal paese si piega a destra nel bosco, si attraversa un rio su un ponticello e in breve si raggiungono le superiori Case Breri per continuare lungo il sentiero 569, che unisce Condove con il Colombardo, e che al termine della borgatina poggia sulla sinistra. La mulattiera sale nel bosco dove il castagno in breve scompare a tutto vantaggio di betulle, pini silvestri e poi di faggi. Al termine di un ripido tratto si attraversa una zona molle per la presenza di acqua. La traccia prosegue poi meno ripida facendosi in breve quasi pianeggiante presto raggiungendo il pilone votivo Pautasso, il primo di altri che si incontreranno nel percorso.
Si prosegue sempre lungo la traccia che sale moderatamente e che si inoltra nel vallone superando un modesto rio. Dopo un successivo lungo tratto sempre quasi pianeggiante, si perviene all’incassato rio Marzo che si attraversa nel punto detto “Salto di Bue” presso ardite pareti rocciose. Ora la mulattiera sale per un breve tratto ripida per pervenire alla sommità a due case abbandonate poste sulla destra del sentiero.
Proseguendo si incontra il secondo pilone votivo, detto anche “Dei Granboschi” costruito in modo tale da permettere il riparo in caso di maltempo. La mulattiera attraversa ora un bosco misto di faggi e betulle, dove pure è notevole la presenza di cespugli di rododendro. Si guadagna alla fine un’ ampia aperta zona di pascoli (Alpe Barbanera) priva di vegetazione arborea. Dopo aver attraversato due notevoli corsi d’acqua il sentiero riprende rapidamente a salire toccando diverse costruzioni diroccate, per raggiungere infine, dopo un ultimo tratto piano che precede un risalita finale, una zona aperta dove in un punto un cartello segnala la traccia per Laietto che prenderemo poi per scendere. Guardando verso monte in vista si hanno ora tre alpeggi, ma solo il primo, il più in basso, è ancora utilizzato.
Passando vicini ad un altro rustico pilone e seguendo rare tracce nei pascoli, bisognerà risalire sino al terzo, quello più in alto, raggiunto di recente da uno sterrato proveniente direttamente dal colle del Colombardo. Seguendo la traccia si raggiunge alla sommità il grande piano presso il colle dove sorge l’ampio fabbricato del Santuario della Madonna degli Angeli 1888 m.
Si scende ora, seguendo l’itinerario di salita, sino al bivio posto sotto il primo alpeggio, dove è posta l’indicazione per Laietto. Occorre prestare particolare attenzione all’inizio perché la traccia è appena evidente. Comunque ci si abbassa verso un valloncello dove scorre un rio che si supera per proseguire con un breve traverso verso una magra zona di pascolo.
Tralasciata una traccia a mezza costa sulla sinistra si prosegue scendendo verso una conca umida trapuntata da numerose betulle. Di qui, ci si porta verso il basso dove si individua una traccia che si inoltra nel bosco e che scende in breve ai numerosi casolari abbandonati dell’alpe Anselmetti che si oltrepassano sino a pervenire alla termine degli stessi. Oltre, la traccia diventa più evidente inoltrandosi nella faggeta e perdendo quota con numerose svolte sino alla successiva abbandonata alpe delle Frasse con la superiore discarica frutto dell’attività estrattiva.
La mulattiera si avvicina sempre più al torrente mentre la pendenza si attenua. Successivamente si guada il rio Freddo superando poi il bivio per l’Alpe Gigalot. L’attraversamento infine di un chiuso bosco di faggi, alcuni veramente giganteschi, precede di poco il pilone votivo dell’Immacolata nei pressi del nuovo ponte sul torrente Sessi. Ci si porta sull’opposta sponda percorrendo un lungo traverso quasi pianeggiante che da prima incrocia il bivio per l’alpe Caprasio, Campambiardo e Laietto, poi guada il rio Marzo, per raggiungere infine i prati presso i quali sorgono le case di Mianda 1010 m. Non resta ora che continuare lungo la bellissima traccia che in piano conduce alle case di Pratobotrile, chiudendo così il lungo anello.
Per irrigare i prati di Laietto e Pratobotrile veniva utilizzata l’acqua del torrente Sessi prelevata con una canaletta di servizio. La si trova portandosi alla sommità dei prati di Mianda e la si può seguire verso monte, sino al punto di intercettazione, su comodo sentiero sempre parallelo alla canaletta. In alcuni tratti è ancora in ottimo stato di conservazione.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.4 Bassa Val Susa, Musinè, Val Sangone, Collina di Rivoli