Secondo la Guida dei Monti d'Italia la vera vetta è quest'ultima, ma le carte CTR regionali, a seconda delle edizioni, quotano le due cime con la stessa altezza oppure addirittura riportano la SE più alta di 1 m.
Buona parte dell'itinerario di avvicinamento è fatto senza sentiero o vaghe tracce, dall'alpe Truna non sono più presenti i segnavia B/R che accompagnavano dall'inizio gita, e dal colle Nora si sale su erba olina scivolosa e pungente fino in cresta; altra nota da Vonzo a Chiappili c'è pure una strada sterrata che ci arriva ma è privata. Per la parte alpinistica (il cui sviluppo non è superiore ad una cinquantina di metri) utile una corda da 30m per la discesa (possibilità di fare 2 doppie). Nel tratto più impegnativo c'è una corda fissa lì abbandonata dopo una calata nell'agosto 2011 (condizioni da verificare prima di usarla per una calata).
Da Vonzo alto seguire le indicazioni per Chiappili (segnavia bianco/rosso n.325), si sale in una bella faggeta che dopo circa 200 m di dislivello incontra la strada sterrata per Madonna del Ciavanis/Chiappili (può essere seguita integralmente ma si allunga il percorso). Si incontra subito un bivio e si prosegue a sinistra per con indicazioni per Vallone di Vassola e Alpe Pian di Lee.
Rapidamente si arriva in piano a Chiappili 1600 m (fontane nel borgo) e si riprende subito a salire il pendio sovrastante toccando alcune baite in pietra, quindi sempre sul pendio sovrastante, breve fascia boscosa il sentiero confluisce sulla sterrata che porta nel pianoro del Vallone di Vassola. La si segue verso ovest per un breve tratto fino ad incontrare una palina segnaletica per l’Alpe Pian di Lee.
Si continua seguendo questo sentiero, inizialmente molto ripido, che supera una rada fascia boscosa e si porta sul crinale spartiacque con il sottostante Vallone di Vassola.
Si passa la zona denominata Testarebbo dove è presente una grossa croce ed un grande ometto, e si continua sul pendio su buon sentiero sempre in moderata pendenza.
Si toccano in successione degli alpeggi disseminati sul costone, Alpe Cialma, Alpe Rocciapian, quindi l’alpe Trai dove si trova un ruscello. Quindi il vallone si apre e, superato un dosso con dei massi, si arriva al vasto altopiano dove sono presenti le bellissime baite dell’Alpe Pian di Lee 2250 m.
Poco oltre, al di sotto di una vasta placconata rocciosa, si trova il piccolo Lago di Lee, qui è presente anche la palina segnaletica per Colle Bojret (a destra) e Vallone Vassola/Bivacco Cecilia Genisio a sinistra.
Qui dovremo però abbandonare i sentieri segnalati, puntando all’ingresso dell’evidente vallone a destra della Cima Giardonera, che condurrà al Colle di Nora (facilmente riconoscibile per un torrione).
Occorre aggirare il lago sulla destra, per poi alzarsi in diagonale da destra verso sinistra sul costone erboso al di sopra di una paretina rocciosa, che permette un comodo accesso alla conca sotto il Colle di Nora.
Poco sopra si incontra l’Alpe Truna dove scorre un ruscello, quindi seguendo gli ometti che sono sparsi un po’ dappertutto e districandosi tra placconate, grossi massi, e zone erbose, si giunge alla vasta spianata del Colle di Nora 2527 m, e si lascia il torrione a destra.
La salita ora proseguirà più faticosa e ripida sul crinale erboso est della Cima Giardonera. E’ presente una vaga traccia che in presenza dell’erba olina, specie dal basso, risulterà scarsamente visibile. Anche gli ometti sono pochi quindi si sale alla meglio lasciando una crestina rocciosa sulla sinistra (si resta quindi leggermente sul lato di Ceresole). Verso il termine del costone l’erba lascia posto a una fascia detritica dove la traccia diventa più marcata. Raggiunta una spalla il terreno spiana decisamente, e percorrendo la facile ed ampia dorsale, con una zona di grossi massi che si lascia a destra, si raggiunge facilmente la cima con una croce metallica.
Da qui si scorge il non distante torrione della cima ovest ed iniziano le difficoltà alpinistiche
Abbassarsi sul lato sinistro (SO), si scende una ventina di metri lungo un canale detritico fino a porsi sotto la verticale tra il Torrione NO e il torrione centrale (quello fra le due cime principali), imboccare uno stretto e ripido canale roccioso di circa 15 m (II/II+), poi arrivati sul culmine del canale si prosegue a sinistra superando una placca appoggiata, si scende uno scalino (II), bisogna ora vincere una paretina con larga fessura, aggettante inizialmente, di circa 3/4 metri (III+ poi II+, corda fissa) per poter accedere al terrazzino sottostante la bifida cima (si può anche salire dallo spigolo a dx della paretina con analoghe difficoltà ma maggiore esposizione). Dal terrazzo si aggirano a dx le rocce sommitali e con facile ginnastica si guadagna la punta; il ritorno dalla stessa via, doppia sul muretto ed eventuale doppia nel canale iniziale.
- Cartografia:
- L'Escursionista - carta dei sentieri n. 14