Dall’esiguo parcheggio nei pressi del Rif. Segavecchia (1/2h a piedi da Pianaccio, borgata con casa natale di E. Biagi) seguire il ben segnato sentiero 117 (degli Amici) per l’appartato Monte La Nuda (uno dei tanti dell’Appennino, per via della carenza di vegetazione dei pendii finali).
Primo tratto difficoltà E, secondo EE (bosco alquanto ripido). Amene vedute del circo e degli scoscesi pendii della bastionata del Corno. Ruscelli, ruderi, tripudio di colori in autunno.
Nei pressi del crestone finale la vegetazione cambia improvvisamente (dai faggi si passa ad abeti “sdraiati” impiantati di recente, macchia verde, poi la paglia della breve pala finale, viste memorabili, 1828m, 2/2,30h.
Proseguire verso il Corno scendendo brevemente ad un intaglio, 1700m circa. Da qui il sentiero 129 rimonta gli apparentemente inaccessibili pendii rocciosi del Corno (balzi dell’Ora) con sapiente tracciato (il sentiero è piuttosto esposto ma largo, ben tenuto con gradini con protezione in legno) 3/4 tracce verso sx con cengette prospicenti appicchi vertiginosi (45mn).
Dall’orrenda gigantesca croce di P. Sofia, che fa concorrrenza a quella del Mindino, risalire in breve il cupolino della vetta principale (1945m). Vista mirabile ovunque: dalla Corsica all’Amiata, dal Fumaiolo all’onnipresente Baldo e suo fratello Guglielmo, Adamello, Bernina, Isola d’Elba e Gorgona, Pania della Croce e Sumbra, ovviamente i principali 2000 della zona, l’appartato M. Gennaio, la pianura, i boschi.
Proseguire per il largo crestone raggiungendo il P. Strofinatoio (1847m) e verso E il P. Cancellino (1634m) (vari cippi di confine del 1791 tra Bologna e il Granducato di Toscana, molti rovinati dal clima severo dei luoghi). Dal passo scendere in 1,5 h al Rif. Segavecchia per il sentiero 121 e bellissime faggete, anche per costoni.
- Cartografia:
- IGC Monte Cimone - Libro Aperto - Corno alle Scale
- Bibliografia:
- Fabbri-Montorsi