Dato l'intento "esplorativo" e non avendo reperito nulla in rete (non possiedo la Guida Monti d'Italia) la descrizione è sicuramente migliorabile.
Attraversare le ben conservate casette di Frere (atmosfera e silenzio d’altri tempi) reperendo al meglio (zigzag tra i muri) la via d’uscita laddove inizia un evidente mulattiera (no indicazioni) su un piccolo costone (a dx conca prativa con presa d’acqua). Proseguire sul costoncino, dove poco dopo il sentiero taglia il pendio prospiciente il rio che incide il Vallone Chiaramasco (piccola ma suggestiva forra d’ingresso al medesimo). Riappaiatosi al rio, il sentiero, ben pulito, termina contro un’altra presa d’acqua. Da lì prosegue sempre nei pressi del rio, ma con frequenti invasioni di arbusti, boschina e qualche rovo (tracciato evidentemente in disuso). Proseguire per almeno 1/2 ora sul fondo (pendii con ripide pietraie specie sul lato sx) destreggiandosi al meglio: il percorso passa sul lato dx del rio (sx orografica) poi si perde. Riattraversare il rio sempre seguendolo fino a che il pendio di sx diventa erboso e meno inclinato (reperire, se possibile, invitante piccolo talweg di erba). Risalendolo con fatica direttamente, si intercetta ogni tanto una traccia con tornanti via via più evidente. Avendo guadagnato 250/300m di dislivello si comincia a traversare decisamente verso E (meta ancora invisibile) fino a pervenire ad un suggestivo piccolo pianoro pensile, da dove si scorge la cresta. Da lì seguire per 15/20 min la traccia risalendo. Ad un certo punto noi l’abbiamo abbandonata per salire a vista verso la cresta in verticale, avendo la fortuna di incontrare un piccolo rudere di baita fortificata (vecche pietre intonse, chissà a quando risale?!). Proseguire verticalmente nel bosco in ambiente sempre più aperto e suggestivo fino a raggiungere la cresta ONO a quota 2050/2100. Svoltare a dx per il largo costone, sempre boscoso, che man mano si restringe fino a culminare nella panoramica P. Chiotinetta (piccolo ometto di pietre, 2264m, ottima vista sulla cresta N che diparte dal Colle Arpiola e su un trio di guglie, tra cui la R. Corna). Da tale elevazione, dove la cresta vira diventando NNO, inizia un’entusiasmante cresta (ora nevosa) con scorci impressionanti sui ripidissimi pendii N e sul Chersogno. Superato subito un breve ripido salto, la cresta si sviluppa a lungo sinuosamente (alcuni passaggi stretti facilmente aggirabili) divenendo per breve tratto rocciosa (magnifico pianoro erboso “sospeso” con truna naturale, ora colma di neve per un campeggio under stars & moon) poi si allarga, offrendo alla vista l’ apparentemente molto ripida pala sommitale, che invece conduce ad una coppia di anticime 2517m. 35-40°). Sbucati lì si vede il vero cono della Cairi, che si raggiunge per percorso di cresta comodo prospiciente il bellissimo, vasto e libero pendio nevoso SO (anch’esso 35° circa, max 40°) che termina sul bosco e la parte superiore del valloncello Chiaramasco. Dalla panoramicissima ed elegante vetta scendere 100m raggiungendo in 10/15 min un gruppo di piccoli monoliti 2/300m prima dell’elegante becco roccioso della quota 2502m, con affaccio sul caratteristico canalone di discesa verso Preit (S, Cumbal Cialmè) da seguire al meglio secondo l’innevamento ed eventuale rischio di slavine. Prima che si restringa iniziare un lungo traverso in moderata discesa verso dx fino alle evidenti grange del Soleglio Bue (1880m), per poi reperire a sx di queste bolli giallo/blu (e rossi) con evidentissimo sentiero che con vari tornanti scende presoché a picco di Preit, terminando sull’asfalto nei pressi di un archeologico piccolo skilift.
- Cartografia:
- IGC 111 - Valle Maira Acceglio Chambeyron
- Bibliografia:
- Charamaio it. 72 (discesa)