Note
Storico
Grande classica, considerata un capolavoro di Stenghel.
Salvo tre passaggi ostici (facilmente azzerabili) si arrampica agevolmente in libera; tuttavia richiede esperienza con questo genere di salite e nel sapersi proteggere dato l'esiguo numero di chiodi presenti in via. Portare una serie di friend fino al 3 BD Camalot (meglio avere doppie le misure intermedie e un paio di micro), diversi cordini e qualche dado. Salita di stampo prettamente alpinistico.
Avvicinamento
Salvo tre passaggi ostici (facilmente azzerabili) si arrampica agevolmente in libera; tuttavia richiede esperienza con questo genere di salite e nel sapersi proteggere dato l'esiguo numero di chiodi presenti in via. Portare una serie di friend fino al 3 BD Camalot (meglio avere doppie le misure intermedie e un paio di micro), diversi cordini e qualche dado. Salita di stampo prettamente alpinistico.
Da Arco percorre la Valle del Sarca in direzione Trento. Raggiunta la frazione di Pietramurata parcheggiare vicino alla cava sotto le pareti del Monte Casale. Proseguire per la sterrata della cava (che procede verso nord) finché non si individua sulla sinistra il sentiero ben visibile (inizialmente bollato con vernice fucsia), che sale su ghiaioni ed in un boschetto.
Alzati di quota si prende un bivio verso destra marcato da evidente bollo bianco-rosso. Il sentiero, con corde fisse, conduce a una falesia.Giunti contro la parete seguire la traccia tra gli alberi verso sinistra sino a una comoda cengia sotto la parete sovrastata da un lungo tettino orizzontale (cordino visibile al centro del tetto). Seguire la cengia verso destra alzandosi per una ripida rampa terrosa, fino ad una terrazza spiovente di terra, con alberi, posta allo sbocco di un canale (alberello proprio alla base del canale). Qui comincia la via.
Descrizione
Alzati di quota si prende un bivio verso destra marcato da evidente bollo bianco-rosso. Il sentiero, con corde fisse, conduce a una falesia.Giunti contro la parete seguire la traccia tra gli alberi verso sinistra sino a una comoda cengia sotto la parete sovrastata da un lungo tettino orizzontale (cordino visibile al centro del tetto). Seguire la cengia verso destra alzandosi per una ripida rampa terrosa, fino ad una terrazza spiovente di terra, con alberi, posta allo sbocco di un canale (alberello proprio alla base del canale). Qui comincia la via.
- 1° tiro – IV/III
Verticalmente per muretto delicato (pianta all’inizio), poi obliquare verso sinistra in direzione di una marcata cengia da percorrere fino ad uno spuntone sullo spigolo (sosta su cordoni). Roccia inizialmente delicata e non proteggibile se non con qualche fettuccia su arbusti/alberelli.
Volendo, dalla prima sosta è possibile proseguire ancora pochi metri (qualche passo in discesa) e raggiungere la sosta a spit della via adiacente; oppure fare sosta su friend alla base del diedro/rampa (in entrambi i casi è una soluzione da preferire per facilitare scorrimento delle corde sul tiro successivo). - 2° tiro – V
Aggirare lo spigolo in discesa, traversare a sinistra e risalire la rampa diedro fino al pulpito che lo sovrasta (sosta su due chiodi). Nessuna protezione intermedia resente. - 3° tiro – VII oppure VI/A0
Esposto traverso a sinistra sotto un tettino, chiodi visibili e cordino decisamente usurato penzolante per eventuale A0. Altro passo difficile con due chiodi fino ad alzarsi alla sosta composta da 3/4 chiodi. La sosta è scomoda… vale la pena proseguire su una comoda sosta a spit tre metri più sopra a sinistra o, se si hanno problemi etici in proposito, tre metri più sopra a destra alla base del diedro (due chiodi da collegare). - 4° tiro – VI
Alzarsi sul breve muro verso destra alla base dell’evidente diedro. Percorrerlo tutto fino a una cengetta e sostare sul pulpito che la sovrasta. VI da proteggere quasi integralmente. - 5° tiro – VII oppure VI/A0
Prendere il muretto chiodato a destra della sosta (cordino assai brutto per l’A0). Continuare in verticale, quindi traversare a sinistra fino alla sosta su chiodi. Il passo con cordino è più difficile del traverso di L3. - 6° tiro – VI+
Rampa diedro verso destra che si impenna raggiungendo e superando la verticale con tratti aggettanti. La parte più impegnativa segue una sequenza di lame e fessure con arrampicata continua e difficile da proteggere. Presenti 3 chiodi, ma la parte impegnativa deve essere protetta a friend. Sosta con cordoni su spuntoni alla base di un camino. - 7° tiro – V+
Ci si va ad infilare nel camino ben visibile dalla sosta. Per proteggersi è possibile usare un friend nella fessura di sinistra e strozzare un cordino su un masso incastrato alla base del camino. Il passo da fare per incastrarsi al suo interno è ostico e su prese piuttosto sfuggenti. Due chiodi verso l’uscita. Si sosta sull’albero che chiude il camino o alla base del muretto (due chiodi). - 8° tiro – VI-
Prima soluzione. L’originale dalla sosta si sposta a destra su cengia sotto un diedro erboso che va risalito (V).
Seconda soluzione. Prendere la bella lama con dado incastrato poco sopra la sosta al termine del camino. Continuare dritti (chiodo), poi obliquare a destra per aggirare lo strapiombo e superarlo laddove è meno pronunciato, puntando ad un cordino bianco poco visibile; seguire ora la cengia verso destra fino ad un albero su cui si sosta. - 9° tiro – V+
Si prende il diedro a sinistra della sosta (freccia bianca poco visibile) incrociando alberi e frasche finché non diventa verticale. Con bei passaggi si risale il muro tenendo la sinistra fino alla sosta a destra su pianta accanto alla base del diedro fessurato chiuso da uno strapiombo. Lunghezza da proteggere interamente. - 10° tiro – VI/A0
Salire il diedro fino al chiodo sotto lo strapiombo (qualche tratto di roccia delicato, tre chiodi). Spostarsi a sinistra e, superato lo strapiombo in tre metri si è agli alberi che costituiscono la sosta di fine via. La difficoltà in libera dell’ultimo passaggio è sconosciuta, in quanto per tradizione si agguanta il cordino che pende dal chiodo posto appena sotto l’uscita e si risalgono velocemente quei pochi metri.
Quest’ultimo tiro presenta tre possibili soluzioni: il diedro descritto, il camino tutto a destra e la sottile fessura in mezzo che offre una bella e divertente arrampicata, nessun materiale in posto (5c, un passo di 6a all’inizio). - DISCESA
Dalla sosta finale nel boschetto seguire la vaga traccia che a zig zag risale in obliquo verso destra, attraversando un impressionante crepaccio (passerella in legno…) fino a uno spiazzo da cui a destra parte la strada sterrata forestale. Discenderla fino a un bivio segnalato da numerosi cartelli e seguire in direzione di Sarche. Continuare lungo la forestale fino alla strada asfaltata di fondo valle. In direzione della galleria soprastante, reperire tra gli alberi oltre il guardrail un sentiero (paline con indicazioni verso Pietramurata) che in breve si ricongiunge alla sterrata della cava e, per essa, al parcheggio.
G. Stenghel, A. Baldessarini - 1981
- Bibliografia:
- http://www.arrampicata-arco.com/
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