la via si presta a numerose varianti in funzione delle condizioni ( secche o con neve ); riprendo di seguito una relazione trovata su camptocamp, con qualche variante relativa alla ns ascensione.
Dalla Hornlyhutte seguire l’itinerario per la cresta dell’hornly. prima dell’attacco, discendere a dx un nevaio fino ad arrivare sotto l’inizio del plateau superiore del Matterhorngletscher. qui un pendio di neve/ghiaccio a sx del grande seracco permette di raggiungere il plateau. da qualche anno, a causa della fusione del ghiacciaio, per raggiungere il pendio si deve superare un risalto roccioso. la cosa è facilitata da una corda fissa. ( questo pendio è sottoposto a cadute di pietre e, se si dovesse battere in ritirata a giorno fatto potrebbe essere pericoloso ). traversare tutto il plateau verso la costola che discende dal punto 3627 della parte iniziale della cresta di Zmutt. Arrivati alla base della costola ci sono due possibilità:
1) risalire il pendio di neve/ghiaccio a sx della costola
2) andare all’estremità O del plateau scendendo leggermente e in seguito guadagnare la cresta per un balcone ben visibile. questa variante è suggerita da molte guide ma c’è da chiedersi se questo balcone sia così visibile alle 3 di notte..
Inoltre questa traversata è esposta alla caduta di pietre dall cresta.
Una volta raggiunta la cresta la si segue senza particolari difficoltà fino ai denti di Zmutt. si scala il primo sulla cresta, poi si contorna il secondo sulla dx, arrivando ad un punto dal quale si effettua una doppia di circa 25 m. si prosegue contornando gli altri denti sulla dx ( qui alcune relazioni indicano di contornarli a sx ). si giunge alla breccia a monte dell’ultimo dente e si scala il salto successivo stando all’inizio un po’ a sx del filo ( spit all’inizio) poi seguendo il filo della cresta, fino a giungere ad una zona pianeggiante. la si supera e si affronta il risalto successivo, più facile e su untratto di cresta piuttosto arrotondato. dopo aver superato un altro tratto di cresta pianeggiane si affronta un ulteriore risalto che conduce al punto 4185. Qui la cresta muore contro il naso di Zmutt, per cui si deve entrare nella parete O per un tratto e ritornare in cresta a monte del naso
Da questo punto ci sono diverse varianti, che sono nate anche in seguito ad una frana del 2000, e comunque dipendono dalle condizioni della parete.
Descrivo di seguito l’itinerario seguito da noi: si attraversa in parete O su una cengia di sfasciumi ma facile per circa 40 metri, fino ad in contrare un vago colatoio in ghiaccio/roccie. lo si segue per circa 25 m, si traversa a dx fino a raggiungere un pendio di neve/ghiaccio che si segue per 40-50 m, fino a raggiungere una cengia nevosa che si segue a sx fino a riprendere la cresta ( non so dire se si tratta della famosa “galleria Carrel” citata in molte relazioni.
Una volta ritornati sul filo, mancano ancora 200 m di dislivello che si superano stando circa sul filo o sul lato N, soprattutto per aggirare l’ultimo grande gendarme della cresta. gli ultimi 50 m sono di facile pendio nevoso che conduce esattamente alla croce della vetta italiana
- Bibliografia:
- le alpi pennine - le 100 più belle ascensioni