Dal parcheggio nei pressi della diga di Teleccio imboccare la rampa sterrata che si porta al margine dello sbarramento e proseguire sulla stessa strada senza percorrerlo.
Dopo pochi metri, seguendo un’indicazione per il rifugio Pontese, imboccare un sentierino a sinistra che porta alla stradina che costeggia il lago.
Percorrerla per tutta la sua lunghezza superando a metà strada una piccola frana.
In corrispondenza della parte terminale del lago la strada sterrata diventa sentiero e comincia ad inerpicarsi con ripide risvolte sulla bastionata che sovrasta il lago guadagnando rapidamente quota.
Il sentiero, molto percorso ed evidente, intorno ai 2100 m attenua un po’ la propria pendenza e con un traverso a sinistra raggiunge il Rifugio Pontese (q. 2217 m).
Superato il rifugio continuare a seguire il sentierino che viaggia parallelo all’impetuoso torrente immissario del lago di Teleccio, attraversare due piccoli rigagnoli (il primo su passatoia di legno, il secondo su sassi) e poco dopo imboccare una non evidentissima deviazione a sinistra che in pochi metri scende a un ponticello di legno, già visibile dal sentiero principale, che attraversa il torrente.
Proseguire sull’evidente sentiero che con una risvolta si eleva sul torrente per poi allontanarsene grossomodo perpendicolarmente.
Intorno a q. 2250 m si incontra un bivio con indicazioni. Prendere il ramo di destra (Colle dei Becchi) ignorando quello di sinistra che scenderebbe nuovamente alla diga di Teleccio percorrendo il lato del lago opposto a quello di salita.
La traccia prosegue molto chiara, marcata con bolli bianco-rossi ed ometti, passa sopra la poco visibile Alpe Giafor e c.ca a q. 2280 m raggiunge una pietraia che viene superata in leggera salita.
A q. 2350 si passa nei pressi di un rudere e poco dopo, a q. 2395, poco prima di un grosso ometto contenente un’evidente pietra bianca (v. foto), abbandonare il sentiero deviando a destra per erba e pietre sparse. Muoversi per pochi metri in direzione nord-ovest, quindi piegare a nord-est, aggirare una piccola altura e raggiungere in brevissimo tempo la conca del primo piccolissimo laghetto del Torrazzo.
Svoltando a sinistra (est) e alzandosi di pochi metri si raggiunge il secondo, leggermente più grande.
Superandolo a sud e muovendosi per poche decine di metri in direzione nord-est si tocca il terzo e, forse, più grande laghetto.
Volgendosi a sud-est e spostandosi ancora di qualche metro si arriva al quarto laghetto subito dopo al quinto, leggermente più in alto.
Superando il quinto lago sul lato meridionale e costeggiando l’area acquitrinosa alle sue spalle si può rapidamente ricongiungersi con il sentiero (ometti molto visibili) in un punto un po’ più a monte di quello dove lo si è lasciato.
Di qui discendere per il percorso di salita.
- Bibliografia:
- M. Antonicelli - I laghi del Canavese - Mulatero Editore