E’ un itinerario abbastanza frequentato e fattibile anche con molta neve, sono pochi i punti che richiedono attenzione, comunque nei tratti più ripidi è sempre bene valutare le condizioni del manto nevoso.
Per risalire il pendio terminale del Monte Carmo e la cresta finale del Monte Alfeo potrebbero essere utili piccozza e ramponi in caso di neve dura e/o ghiacciata.
Da quest'ultimo paese si svolta ancora a sinistra in direzione Casa del Romano seguendo la stradina che sale fino a svalicare nei pressi del bivio per Fascia. Seguendo la deviazione a sinistra in direzione Capanne di Carrega in breve si raggiunge la Casa del Romano, dove si trova un ristorante, un tratto il leggera discesa porta infine alle Capanne di Carrega m. 1367, dove si parcheggia sui bordi della strada.
Si può raggiungere il punto di partenza anche dalla provincia di Alessandria e dalla Val Borbera, passando da Cabella Ligure e seguendo la SP 147 che passa per Carrega Ligure, toccando varie frazioni, raggiungendo infine le Capanne di Carrega. (Normalmente la strada che conduce alle Capanne di Carrega è sempre tenuta pulita anche nel periodo invernale.)
Da Capanne di Carrega si segue una stradina sterrata che sale verso nord lungo la dorsale coperta da un bel boschetto di faggi (il sentiero è segnalato con due segnavia FIE: due rombi gialli pieni e due cerchi gialli pieni) sempre ben visibili. Usciti dal boschetto, si raggiunge una sella pianeggiante a quota 1450 m.
Si tralasciano le eventuali tracce che scendono a destra (portano verso il Monte Alfeo) e si risale l’ampia dorsale, dove senza percorso obbligato si raggiunge, dopo un tratto più ripido (se ghiacciato potrebbero essere utili piccozza e ramponi) la tondeggiante vetta del Monte Carmo 1642 m, sormontata da una croce metallica. Scendendo a ritroso sulla dorsale, si raggiunge nuovamente la selletta di quota 1450 m dove si piega a sinistra, seguendo il segnavia con due triangoli gialli pieni, che scende brevemente e poi taglia quasi in piano sul lato della Val Terenzone (Trebbia) tra alcuni boschetti e conche innevate.
Con qualche tratto in leggera salita si raggiunge lo spartiacque fra le Valli Terenzone e Boreca, nei pressi di un pianoro a quota 1375 m circa, dove si incontra un sentiero (o tracce nella neve) provenienti da Alpe e diretti al Monte Carmo. Da qui, oltre al segnavia giallo della FIE si affianca la striscia bianco- rossa del CAI. Segue un tratto in discesa verso destra lungo la dorsale che conduce ad una sella (quota 1320 m), poi si riprende a salire sul lato rivolto verso la Val Trebbia.
Si aggira normalmente a sud la cima del Monte Pecoraia (o si sale con una piccola deviazione), con una bella visuale sui villaggi di Varni e Alpe, proseguendo con alcuni saliscendi sulla dorsale spartiacque. Giunti a una selletta, si tralascia a destra il sentiero (o le tracce) che scendono verso Alpe, salendo invece a sinistra, superando un altro tratti boscoso fino a sbucare sull’ampia sella del Passo Maddalena 1407 m (qui transita una strada sterrata che collega Gorreto al villaggio di Suzzi situato in Val Boreca). Si oltrepassa un recinto si continua a salire lungo il crinale al limite della faggeta che copre il versante nord. Raggiunto uno spallone, ci si tiene a sinistra (segnavia sempre visibili), per proseguire in diagonale sul versante Ovest del Monte Busasca.
Lasciando sulla destra la cima del Busasca, si raggiunge lo spartiacque tra le Valli Boreca e Borbera, ad una quota di circa 1510 m. punto dove è ben visibile il Monte Alfeo (con il nostro itinerario di salita ben visibile) e il villaggio di Bertone in basso verso destra. Si continua lungo il crinale, a tratti in piano, poi volgendo a destra, si scende nel bosco sul lato della Val Borbera.
Si aggira dal versante SE Il Monte Ronconovo, ritornando poi nuovamente sullo spartiacque, proseguendo quasi in piano sul lato della Val Borbera. Si passa a fianco di un’edicola sacra, poi un tratto in discesa nel bosco, e, attraversato un cancello di legno, si lasciano le eventuali tracce che a destra scendono verso Bertone, per proseguire a sinistra (segnavia bianco-rossi) lungo un pendio nevoso con arbusti affioranti riprendendo il crinale spartiacque nei pressi di una selletta a quota 1420 m.
Qui si trova un bivio, si incrocia un sentiero che sale dal villaggio di Tartago, ora non rimane che salire direttamente in cresta con qualche tratto ripido (potrebbero essere utili piccozza e ramponi) che porta in vetta al Monte Alfeo 1651 m, dove si trova una statua di marmo della Madonna (ore 3,00 indicative).
In discesa non rimane che seguire a ritroso lo stesso percorso di salita.
Il termine Carmo deriva dalla base preindoeuropea kar, che indica un rilievo rotondo, arrotondato…come è in effetti questa cima.
Il Monte Alfeo è collegato al Carmo dalla lunga dorsale Sud-Ovest, sulla cima è stata eretta una statua di marmo della Madonna nel 1954, e durante gli scavi per la posa in opera della statua è stata ritrovata una statuetta in bronzo di stile etrusco, testimonianza di una antica frequentazione a scopo di culto. Il termine Alfeo è di origini remote, sembra che derivi da “alp” che significa montagna e dalla forma prelatina “fei” come riferimento alle acque che sgorgano alle sue pendici.
- Cartografia:
- carta SCI - FIE foglio 3 - Torriglia, Valli Scrivia, Trebbia e Aveto. Scala 1:25000
- Bibliografia:
- M. Salvo, D. Canossini - Appennino Ligure e Tosco-emiliano. Guida dei Monti d'Italia CAI-TCI ; la Catena dell'Antola. Andrea Parodi Editore.