Si parte da Foresto m 551, nei pressi del cimitero e della Parrocchiale dedicata a San Giovanni. Si entra in paese incrociando l’itinenario n 716 (Doccio-Foresto-Tovo) e l’itinerario n 724 (Crevola-Locarno-Fei-Foresto-Agnona-Guardabosone-Maddalene).
Seguendo le indicazioni ci si alza sopra il paese raggiungendo un vecchio castagneto sovrastante la frazione Costa, su di una mulattiera in cattive condizioni che a tratti scorre incassata in trincea, a tratti affiancata da staccionate e da residui di siepi di bosso. Lasciando a sinistra due cascine, in un bel bosco di secolari castagni, si raggiunge la strada interpoderale del monte Tovo.
Evitando di seguirla, la si attraversa comunque più volte e si continua su mulattiera-tagliafuoco che porta comodamente alla fontana degli Alpini. Si prende a salire più faticosamente fino alla spalla della pineta nei pressi dell’Alpe Bonde m 945.
Dopo questo modesto ripiano si prosegue lungo i ripidi tornanti del sentiero nel rado bosco di faggi, abeti e betulle, fino a raggiungere l’Alpe Stanvone m 1092. Senza toccare l’alpe si segue la sterrata, poi, superata la fontana, per sentiero, a sinistra, si sale in breve al Rifugio L.Gilodi (Cà Meja) m 1110, punto d’arrivo dell’itinerario n 720 da Agnona. Dal retro del Rifugio si sale a valicare la sterrata, si fiancheggia una zona umida e ci si volge decisamente a destra per alzarsi a serpentine nel rado bosco di faggi e sbucare su una spalla del dosso Falghé, nel punto di incrocio del sentiero che da Doccio sale al monte Tovo (itinerario n 713). Si segue a destra la sterrata che con leggeri saliscendi porta alla Sella della Rosetta m 1245.
Da qui, tralasciando le altre sterrate che si dipartono in varie direzioni, si superano due gibbosità della cresta e si giunge in breve ad un ripiano erboso, il Soglio, punto d’arrivo dell’itinerario n 712 proveniente da Doccio.
Poco dopo c’è il bivio per il Mazzucco (sasso forato). Sul versante di Doccio si sale un ripido canale franoso che porta in cresta; si passa poi sul versante di Postua (sinistra), superando una cengia sotto una parete (Balmaccia); poco oltre, a sinistra, un sentiero scende al Passo della Sbarra, antico passaggio in parete, esposto, attualmente attrezzato con catene (itinerario n 726). Si raggiunge la cresta alla sella del Casone; ci si porta sul versante di Doccio e si risale un canale fin sotto l’anticima (qui giunge l’itinerario n 711 da San Bernardo di Doccio).
Si aggira l’anticima con un ripido traverso che richiede un po’ di attenzione e, superata una selletta, si guadagna la vetta del Monte Luvot m 1603 su cui è stata installata una grossa croce. Don Ravelli, nella sua “Guida dei Monti della Valsesia” lo chiama anche Sasso di Soliva o Baudrocco. Si prosegue lungo la dorsale, dapprima in leggera discesa, poi superando numerose gobbe fin sotto la punta del Terraggiolo.
Poco prima termina l’itinerario n 726 del Passo della Sbarra. Volendo, si può raggiungere la vetta del Terraggiolo m 1656 senza difficoltà seguendo fedelmente la cresta. Si aggira sotto cresta, sul versante di Locarno, questa cima poco rilevata, fino a raggiungere la dorsale nei pressi della Sella della Balma m 1625. Alla Sella della Balma si diparte sulla destra l’itinerario verso le miniere della Balma e verso Locarno, itinerario n 729. Si segue invece la dorsale fino alle prime rocce del Gavala.
Tralasciando le tracce che risalgono i canaloni erbosi del versante di Postua, si piega a destra e si costeggia con un traverso il versante di Locarno fino ad un’evidente spalla sopra le miniere. Si sale per tracce la dorsale in direzione della vetta (ovest); superando un canalino si raggiunge il primo testone e poi, superato il secondo testone sulla destra, si passa ad una sella dove arriva il sentiero che porta lungo la dorsale verso il Massale e la Res.
Dalla sella con un passaggio esposto si raggiunge la vetta principale del m 1827, massima altezza del comune di Borgosesia.
- Cartografia:
- Bielle Nord Occidentale Foglio 1