SALITA ALLA GARGANTA: dal campo base salire il breve canale roccioso sulla destra del torrente e poi seguire gli omini, salendo e dirigendosi verso destra sopra le placche fino a raggiungere un ruscello più grande ed un possibile campo (4.450 m). Alcuni tratti di II grado, ma mai esposti. Da qui la via prosegue su placche ghiacciate in direzione della cima sud raggiungendo il ghiacciaio (4.750 m campo possibile, ma non comodo). Salire sul facile ghiacciaio d’angolo che si trova alla destra della grande seraccata (campi a 5.250 m). Seguire una via attraverso la seraccata, per una rampa a destra della grande parete dirigendosi sotto la parete di ghiaccio a forma di mitra (in alcuni anni ghiaccio fino a 50°). Di solito si incontra un grande crepaccio in cima alla seraccata. Una volta attraversatala, dirigersi verso sinistra (nord) e salire gradualmente per raggiungere la Garganta. Pericolo per seracchi in questa ultima parte. Il campo alto è di solito sotto un muro di ghiaccio a circa 6.000 m sotto la parete ovest della Garganta.
CIMA NORD: dal campo si arriva alla vera e propria Garganta attraversando o aggirando parecchi ampi crepacci. Guadagnare la spalla sulla cresta sud della Garganta evitando gli eventuali crepacci. Seguire la cresta fino alla cima (30-40°).
Da ricordare anche l'incredibile impresa di Renato Casarotto nel maggio 1977 con la sua immensa solitaria di 17 giorni sulla parete nord; e l'incredibile tragedia di Bonali e Ducoli nel '93 scomparsi tragicamente nel tentativo di ripeterla.
Interessantissima anche l'impresa/sfida del medico-alpinista francese Nicolas Jaeger che rimase 60 giorni appena sotto la vetta del Huascaran sud per studiare gli effetti che l'altissima quota e le temperature glaciali potevano avere sull'organismo umano
- Bibliografia:
- Classic climbs of the Cordillera Blanca Perù di Brad Johnson