Dal bivacco Rainetto si risale il pendio nevoso del Petit Mont Blanc e, giunti all’inizio della parte rocciosa sommitale, un ometto sulla sx indica l’accesso al gh. del Petit M.Blanc. Si perdono circa 100m, scendendo tra sfasciumi (infido, ometti e 2 corde fisse: una scende direttamente pochi metri sopra la terminale lungo un canalino, mentre l’altra più a destra scendendo è più verticale). Si risale il gh. fino alla spalla della Trelatete (crepacci) a circa 3.600m, facendo una curva verso dx. Allargando un pò a destra si inizia a risalire il pendio, inizialmente appoggiato, in seguito con un centinaio di metri a 45°max. [PD+ , condizioni variabili, exposé]
Si perviene così alla Trelatete orientale 3.895m (dal Rainetto 3-4 h) e si segue la cresta nevosa (cornici) che dopo qualche roccetta porta alla punta Meridionale (15′). Con un bel passaggio in cresta aerea e altre roccette (II°) si giunge infine alla punta Centrale (3.917m, 15′).
La discesa verso il colle della Trelatete (cresta sud-ovest) avviene dapprima per rocce rotte, poi aggirando facilmente i risalti iniziali sfruttando ripide lingue di neve. In seguito con semplici aggiramenti sulla dx fino a portarsi sul nevaio che conduce all’ampia sella quotata 3.660. [PD+ , rocce mobili]
Da qui è possibile continuare la cresta fino al colle Trelatete con aggiramenti a sx, oppure (più veloce ma con rischio di qualche scarica di pietre da sopra) dal largo pendio nevoso che porta al bacino sup. del gh. di Lex Blanche a circa 3.400. Lo si attraversa mantenendo la quota per portarsi alla barra che divide i due bacini glaciali. Buscaini qui indica una “cravatta” di neve da prendere sempre intorno ai 3.400m che permette agevolmente il passaggio. In realtà arrivando dall’alto non è così semplice individuare il punto d’accesso migliore.
Ci sono alcune possibilità da valutare secondo le condizioni con l’incognita della crepaccia terminale del bacino inferiore del gh. di Lex Blanche.
Forse la soluzione migliore è quella scelta da noi (e da altri: trovati un paio di ometti e un cordino per calata sopra la crepaccia), cioè scendere da quota 3.400 circa, a seconda delle condizioni per neve (40° max in alcuni punti) o rocce rotte e sfasciume, puntando al punto del ghiacciaio più accessibile. Si perdono così circa 150-200m e si mette piede nuovamente sul ghiacciaio. Puntare all’innesto della cresta che arriva dal bivacco Hess con il ghiacciaio (a circa 3.100m, evidente) cercando di allargare verso la parete sud-est dell’Aig. del Glaciers costeggiandola per evitare la zona centrale molto crepacciata.
Si segue la cresta tenendosi sempre a dx del filo [II° con passi esposti] e incontrando vari ometti si arriva finalmente all’incredibile bivacco Hess. Da lì sentiero fino all’Elisabetta e giù al Combal.
- Bibliografia:
- Guida CAI-TCI