1. Giorno.
Dalla fine dello sterrato dopo l’abitato di Quelluani, si traversa lungamente la vallata fino al primo risalto, circa 9km. Per giungere qui si può scegliere di percorrere il fondo acquitrinoso della valle se si è in una stagione secca oppure il suo fianco sx (senso di salita) lungo tracce di animali con molti saliscendi. Qui si sistema il campo base (4750m).
2. Giorno.
Dal Campo base si segue la morena (sx orografica) che permette di salire il salto roccioso che sorregge il ghiacciaio. Spettacolari le due cascate ghiacciate che scendono da esso. Si prosegue sul colmo della morena superiore fino ad incontrare il posto migliore per piantare la tenda, un paio di posti pianeggianti e sabbiosi altrimenti tutto roccioso (5150m e 5160m). Niente acqua. Nessun ometto lungo il percorso.
3. Giorno.
Si scende fino ad incontrare il grande ghiacciaio che si attraversa in piano. Al fondo si devia a dx e si risale un primo pendio che permette di raggiunger il pianoro superiore (molti crepacci). Si devia ora nettamente a sx (senso di salita) e si risale un lunghissimo pendio ripido che aggira, scavalca e a volte scende dentro grandissimi crepacci fino a guadagnare il colle tra l’anticima W e altri pendii (crepacci anche qui). Si devia sulla destra e per pendii si arriva sotto la verticale della cima.
Ora ci sono due possibilità di salita: piegare a destra e su pendii raggiungere la cresta SE e di qui alla vetta oppure deviare a sx e per un pendio breve ma ripidissimo raggiungere la cresta SW che si segue fino in vetta.
Discesa fino al campo base al rientro dalla vetta e pernottamento, quarto giorno rientro fino a Quelluani ed auto fino a La Paz il quarto giorno.
- Bibliografia:
- The Andes - John Biggar