E' una montagna particolare: infatti dopo essere stata 'colonizzata' dall'uomo, è spesso dimenticata in favore della più famosa (ma nemmeno troppo..) sorella maggiore, la Rocca Soprana di San Giovanni.
L'itinerario, pur non presentando difficoltà alpinistiche, si svolge praticamente tutto fuori sentiero: niente traccia, niente tacche, niente ometti. E' consigliabile nella tarda stagione estiva (agosto-settembre), e necessita di condizioni meteo favorevoli (sia per la visibilità che per le condizioni del terreno). La mia valutazione è EE se si sale e scende lato Valasco, mentre se si decide per l'anello verso il gias delle Mosche occorre prestare più attenzione, avere ancora più fantasia nel superare i salti di roccia, e si trovano alcuni brevi tratti da disarrampicare. Anche in questo caso comunque la valuzione massima è EE/F.
Da Terme di Valdieri si arriva al Valasco. All’imbocco, prendere il ponticello di legno a sinistra, ma ignorare il tronco di destra del sentiero che porta al lago di Valcuca, tenendo quindi sempre la sinistra. La traccia (segnata anche su mappa IGC) perde un po’ di quota e risulta poco riconoscibile in mezzo alla vegetazione, ma ci porta ‘in bocca’ al canale, innevato fino a stagione più o meno avanzata, a seconda degli anni.
In alternativa si potrebbe anche non arrivare al Valasco ma lasciare il sentiero o la mulattiera in una curva, guadare il torrente e salire verso il canale. Non so dare indicazioni precise su questa possibilità, e bisogna fare attenzione a non imboccare un altro canale a sinistra, più duro.
Il canale si presenta come un insieme di cengie erbose, pietraia e pezzi sfasciumosi. Ha una pendenza costante (sopra i 40°) ma non è niente di più che escusionistico. Nella parte alta si vede l’intervento umano consistente in terrazzamenti o muretti di contenimento, tra uno e l’altro il percorso assomiglia ad una traccia.
Alla fine del canale si raggiunge la Valcuberta. Si passa sulla destra una traccia erbosa che aggira un ripido canalone, poi con percorso sempre molto intuibile si continua la progressione in pietraia.
A questo punto si può, in alternativa (A) salire uno dei pratoni che alla nostra sinistra portano ad una ‘spalla’ erbosa con alberi, e proseguire un po’ su di essa, un po’ sul sottocresta sempre lato Valcuberta, per poi arrivare in punta oppure (B) puntare l’evidente colletto, giunti al quale su rocce e cengie erbose, si prende a sinistra per raggiungere rapidamente la Cima. Questa seconda opzione è più ‘difficile’, occorre mettere un po’ le mani, ma con terreno asciutto niente che sconfini nell’alpinismo.
Discesa: con prudenza lungo l’itinerario di salita, eventualmente con mini-anello per la spalla o per il colletto.
In alternativa dal colletto si può scendere dalla parte opposta, per raggiungere il gias delle Mosche. Si scende per sfasciumi e pietraia, a tratti cengie erbose, un alveo prosciugato di torrente. Quando questo torna a farsi vedere formando una cascatella, ci si accorge che il percorso proseguirebbe in una sorta di canyon. A questo punto si piega decisamente a destra, camminando sull’erba quasi in piano ed inoltrandosi in mezzo agli alberi. In questa maniera si bypassano i salti di roccia e si scenderà tramite pietraia ‘puntando’ il ponte di legno che guada il torrente, sul sentiero che dal gias delle Mosche va verso i laghi di Fremamorta. Occorre tenere in considerazione che bisognerà raggiungere le Terme su asfalto (circa 2km, mezz’ora ca.)
- Cartografia:
- IGC - 1:50000 n.8 - ALPI MARITTIME
- Bibliografia:
- Itinerario Scialpinistico su gulliver