Per l’itinerario “escursionistico” rimando alla minuziosa descrizione di varasc.it, precisando unicamente che il traverso lato Chasten sotto il primo torrione appare piuttosto tranquillo, mentre quello sotto il secondo appare ben più delicato, richiedendo una notevole perdita di quota per aggirarlo (non so giudicare quanto sia ripido il pendio erboso in quel tratto). Assolutamente sconsigliabile l’aggiramento lato N, che offre strettissime cengette erbose su appicchi verticali espostissimi.
Raggiunta dunque la Champlong (2678m, infinito ripido pendio erboso con canali rocciosi, qualche frecciona gialla, non molla mai e non bisogna mollare mai, 500m disl circa) seguire fedelmente la cresta fino alla Soleron risalendo i 2 torrioni che la movimentano: primo tratto di cresta con spuntoni larghi, negoziabili procedendo lato N. Allorchè essa si restringe seguono: un breve passo di 3/4m (spuntone, II), un altro breve saltino, II (entrambi evitabili), un’interessante paretina di 6/7 m, appigli in opposizione, III+, con subito a seguire piccolo diedro verso sx, 10m, II+, il tutto lato N. Camminare fino alla punta del torrione e, sempre camminando, individuare un intaglio verso dx, lato S (lasciato anello di corda per calata) attenzione che al di sotto di esso ci sono 2 grosse caverne, come constatato a mie spese con avvitamento da salame, visto che le gambe poggiavano nel vuoto. Scendere poi 20/30 m per roccioni, taluni instabili, per guadagnare l’intaglio (il Passaggio, 2644m), su cui precipita il filo di cresta del primo torrione (risalito al ritorno per minuzia, abbastanza aereo, III-). Da detto intaglio recuperare la cresta (secondo torrione) per una bella paretina di circa 10/12 m, poco a sx dello spigolo, III, lato N, verticale da sx verso dx con uscita proprio sullo spigolo, esposto, il passo più bello (lasciato alla sommità secondo anello per calata, fettuccia nera). Da lì ancora una breve cengia esposta N, poi la cresta si allarga decisamente e si camminerà fino in cima, prima sul largo filo, poi leggermente lato S fino alla spalla, poi a piacere sull’ultimo non ripido tratto.
- Bibliografia:
- Le vette della Val d'Ayas