La via, comunque, merita una visita, specie per la sua parte alta. Adatta più ad alpinisti classici che ad arrampicatori puri: il vuoto e l'esposizione sono quasi assenti, ma ci si muove su placche appoggiate, crestine, diedri (e, come detto, nella vegetazione, dovendo camminare talora per raggiungere il risalto successivo). Soste da attrezzare su massi incastrati o alberelli, comunque una sicura a spalla spesso è sufficiente, specie se si decide di far tiri corti (una corda da 30m va benissimo).
Da Castagnabanca seguire fedelmente le indicazioni per la Rocca dell’Aia. Una volta giunti in vista della Rocca dell’Aia, si segue il sentiero principale trascurando una deviazione in discesa sulla sx. Successivamente, invece, si prende una diramazione sulla dx, segnalata da ometti, che sale ripida nel bosco. Successivamente si incontra il segnavia del sentiero delle Terre Alte, che si segue verso sx, costeggiando i contrafforti delle Ciappe du Ciuin. Si abbandona ben presto il sentiero delle Terre Alte quando si raggiunge un piccolo impluvio che si risale fra fitto bosco. Più sopra, quando appare in alto a destra un evidente zoccolo roccioso fra massi e alberi, si risale il breve pendio e, con elementare ginnastica fra grossi pietroni, si giunge alla base della placca di attacco dello “Sperone dell’Oasi”(attenzione: ometti difficili da reperire, ma presenti). Su tale placca di attacco si scorge un fix viola. Quello è l’attacco della via (35min dal parcheggio).
La via offre 5 tiri di corda (Se si dispone di corda da 50m, altrimenti calcolare circa 8 tiri):
1 – Si attacca la placca rocciosa, piuttosto verticale e all’inizio piuttosto liscia. Superato un muretto grazie ad una lama (4c, attenzione, un po’ friabile!) si raggiunge un pianerottolo. Si monta sullo speroncino a sinistra, con passaggio non banale (4c), traversando poi a destra per superare un brevissimo muretto verticale (4c). Si prosegue su placche più facili ed appoggiate e, percorsa una breve crestina, si raggiunge la base di un torrione di una decina di metri. Se ne scala lo zoccolo attaccando a sinistra (4b), poi si continua al centro del pilastro lungo una breve fessura (4a) fino alla sommità della struttura, dove si sosta su alcuni blocchi incastrati (45 m);
2 – Si risale una lunga placca, liscia ma appoggiata e costituita di ottima roccia rugosa (3b). Si giunge così su un terrazzino alla base di una placca più verticale, che si scala partendo dal suo bordo destro e portandosi poi al centro, con alcuni passi eleganti (4a). Si giunge su un comodo terrazzo alla base di un pilastrino, dove si sosta (blocchi incastrati, 45 m);
3 – Si affronta il pilastrino, sfruttando alcuni grossi blocchi appoggiati sulla sinistra (4a), quindi più facilmente per la placchetta superiore (3c) fino ad un nuovo terrazzino, alla base di una placca appoggiata (40 m, sosta su spuntone);
4 – Si supera la facile placca (3a), quindi si prosegue lungo l’articolato sperone per roccette e brevi ripiani (II°) fino alla base di una testa rocciosa: si risale per breve tratto la testa poi, senza raggiungerne la sommità, si devia a sinistra traversando per una breve cornice (II°) e, con un passo in discesa ben ammanigliato (II°+) si raggiunge un colletto erboso fra la testa rocciosa ed un altro spuntone, da dove appare lo spuntone sommitale (40 m, sosta su alberello, nessuno spit su questa lunghezza);
RACCORDO di 50m- Si traversa per una traccia verso destra, quindi si risale un brevissimo gradino roccioso (2 metri , I°+) e si esce ai margini di una pietraia di grossi blocchi: si risale la pietraia in direzione della parete soprastante (qui si cammina o si superano brevissimi passaggi rocciosi: percorso di raccordo);
5 – Si attacca la parete in corrispondenza di un evidente diedro-camino: all’inizio si risale lo spigolo di sinistra, ben gradinato (4a), poi con un movimento un po’ delicato (4c) si devia a destra sul fondo del diedro, costituito da una placca incisa da alcune cornici. Si traversa per breve tratto a destra (4b), quindi si raggiunge una superiore cornice che consente più facilmente di raggiungere un pulpito (attenzione: necessario integrare, utili friend grandi (misura 4 e 6). Qui si attacca l’ultimo diedro camino di 6 metri che, con bella arrampicata in opposizione (4b) consente di raggiungere il terrazzino sommitale, presso la cuspide delle Ciappe du Ciuìn (20 m, sosta su spuntoni, h 2,00 circa dall’attacco).
Discesa: dalla vetta si scende per una breve e comoda cengia erbosa sul versante opposto (Nord-Est) in diagonale a sinistra, fino ad un ampio colletto boscoso. Di qui si scende il pendio boscoso verso destra, lungo una labile traccia nella boscaglia. A tratti si devono superare intrichi di vegetazione, ma le tracce sono sempre in qualche modo avvertibili. Più in basso si incrocia una traccia un po’ più marcata, e proseguendo a scendere (spesso sulla linea di massima pendenza) si raggiunge infine il marcato sentiero segnalato con iiii (“Sentiero delle Terre Alte”). Si segue questo sentiero verso destra e, dopo alcuni tornanti, si scende al ripiano alla base della verticale paretina con alcune vie incontrata già durante l’avvicinamento (h 0,10 dalla cima). Seguendo a ritroso il percorso dell’andata, si ritorna a Castagnabanca (h 0,40 dalla cima).
[fonte: adattamento da gambeinspalla]