L’itinerario parte dalla borgata Borlera presso il civico 54/60 di Via Castello. Il sentiero è contraddistinto da segnavia blu e dai cartelli VDT 1 e I sentieri della fede. Lo si imbocca che per pochi metri è asfaltato e lo si segue nella sua discesa sul torrente Casternone, il quale viene valicato da un ponticello in cemento. Il sentiero risale fino ad arrivare in Via Ciaine, all’entrata della borgata omonima. Si deve percorrere brevemente la strada asfaltata in salita (segnavia blu sul bitume) fino alla curva a sinistra da dove riprende il sentiero, sulla destra di una piccola edicola votiva. Subito il sentiero arriva a un altro ponticello in cemento, che valica il rio Magnacrosta, poi si segue il percorso fino a incrociare una larga mulattiera che viene dalla borgata Trucco Rossato. I segnavia blu scendono verso la borgata, ma l’itinerario è invece a sinistra, in salita: si procede e dopo poco la mulattiera diventa un sentiero: si segue la traccia, facendo attenzione a non perderla e dopo poco, guadato il rio Rossato, si incontra il sentiero VDT 2 che parte nei pressi del ristorante Cacciatori per arrivare a Colle Portia e oltre. Lo si percorre per un tratto fino a una biforcazione: a sinistra il VDT 2 guada il Rio Rossatto e sale tenendo a sinistra una baita. Invece il sentiero da seguire sale verso una casa e un casotto dell’acquedotto: all’altezza della casa, che porta la scritta Milia, si deve prestare attenzione a non perdere il percorso, poco visibile a causa del terreno franoso/terroso.
Si può usare come riferimento il piccolo casotto dell’acquedotto e seguire il tubo dell’acquedotto che ogni tanto affiora dal terreno. Da questo casotto il sentiero scende per poi proseguire senza grandi dislivelli a mezza costa fra pini e spazi più radi.. Molti omini di pietra tracciano il sentiero fino ad arrivare a un colle dove si trovano i resti di una pineta carbonizzata da un incendio. Sulla collina la traccia un po’ si perde ma la si valica agilmente passando in mezzo a due baite subito dopo le quali il sentiero, tornato evidente, scende un po’. Si continua per breve tratto fino ad arrivare ad un tratto dove il sentiero è attraversato da una carrareccia che sale dalla valle: si attraversa la carrareccia e si prosegue sul sentiero (c’è una freccia bianca su un masso che indica il proseguo della traccia).
Ora la traccia è appena accennata ma qualche omino di pietra segna il sentiero. Dopo un breve tratto all’aperto il sentiero entra tra gli alberi e prosegue fino ad arrivare ad una piccola croce di metallo incastonata su un mucchio di rocce, nelle vicinanze di un rio nascosto sotto grandi rocce e di una casa.
Lì bisogna deviare a sinistra (ometto di pietra) seguendo la traccia che risale la sinistra idrografica del rio e dopo poco girare a destra seguendo la labile traccia che sale verso la fonte nei pressi della casa citata, dalla fonte si prende la carrareccia della casa che a sua volta sbuca su un’altra carrareccia (via Gablera). Tale carrareccia, da prendere in salita, termina alla base del sentiero che porta all’area di decollo parapendio e alla cima del Monte Rosselli: il ripido sentiero è contraddistinto da tracce blu.
Al ritorno si scende dallo stesso sentiero blu e si imbocca in discesa la carrareccia, ma si può deviare sul sentiero che diparte a sinistra poco dopo e che arriva in Via Gablera un po’ a valle della casa della fonte. Per raggiungere tale casa si risale quindi brevemente Via Gablera e raggiuntala si percorre l’itinerario a ritroso.
- Cartografia:
- Fraternali 1:25000 n.9 Basse valli di Lanzo Alto Canavese la Mandria Val Ceronda e Casternone