Itinerario breve ma impegnativo, con tratti ripidi soprattutto nella parte finale, da affrontare con prudenza e capacità di valutazione delle condizioni e della stabilità del manto nevoso. Dopo il primo tratto in discesa lungo la strada, la salita è lineare e diretta su pendenze sempre sostenute. Per l'esposizione prevalentemente a Sud e la quota, le condizioni ottimali di innevamento e contemporaneamente di sicurezza si verificano di rado e non durano a lungo. Nel tratto a monte delle baite di Cortina, soprattutto in fase di discesa, occorre prestare particolare attenzione al cavo della teleferica e ad eventuali altri cavi parzialmente coperti dalla neve.
Avvicinamento
Da Toceno dirigersi verso Vocogno/Craveggia, appena fuori dall'abitato prendere la strada a sinistra per Arvogno e proseguire fino al parcheggio di fronte ai due ristoranti, dove solitamente termina lo sgombero dalla neve. Il tratto successivo della strada è in parte utilizzato per collegare la pista di sci alla stazione della seggiovia, quando questa è in funzione.
Descrizione
Da Arvogno scendere lungo la strada, adibita a collegamento sciistico con la stazione della seggiovia; proseguire oltre e raggiungere il ponte sul Melezzo dove termina la strada pubblica. Mettere le pelli e proseguire lungo la stessa strada (da qui in poi interdetta al traffico privato) o, a scelta, lungo la mulattiera fino a dove questa incontra nuovamente la strada. Deviare a destra alzandosi seguendo la mulattiera per l’Alpe Cortina e la chiesetta di S. Gerolamo. Raggiunto il piccolo oratorio a 1381 m proseguire verso destra inoltrandosi nel vallone che si attraversa possibilmente sulle tracce del sentiero estivo; sull’altra sponda alzarsi in direzione Est verso il nucleo superiore di Cortina quindi raggiungere le baite di Ragozzo, situate a 1655 m sulla dorsale che si segue poi più o meno fedelmente fino alla cima. Evitare le prime rocce spostandosi sul lato sinistro, poi a destra aggirare il grosso promontorio roccioso, visibile anche da lontano, per tornare appena possibile sul filo della dorsale. In questa fase s’incontrano i passaggi più esposti e impegnativi, da affrontare con attenzione e soltanto con manto nevoso stabile. Di nuovo sulla dorsale proseguire sul pendio, ripido ma senza ulteriori difficoltà, fino alla vetta ormai vicina. Per la discesa si consiglia di seguire fedelmente la traccia di salita, soprattutto in condizioni di scarsa visibilità.
Storico
Il toponimo "Cima Alta" suona abbastanza ironico per una cima che in realtà è la più bassa tra quelle vicine. Anche le rocce situate tra la vetta e le Schegge di Muino la sovrastano di qualche decina di metri. Nonostante questo si tratta di una meta altamente remunerativa per la tecnicità del percorso e il panorama di vetta. Nella carta svizzera segnalata in cartografia, la dicitura “Cima Alta” compare in corrispondenza della quota 1948, in pratica all'estremità occidentale della cresta. La cima vera e propria, se si considera come tale il vertice della lunga dorsale, corrisponde alla quota 2056 mentre le rocce a ridosso delle schegge di Muino, formate da tre diverse punte, culminano con la quota 2081 m.
- Cartografia:
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CNS 1:25000 foglio 1311 Comologno
Ultima revisione 14/01/2018
Autori:
larix66