Portare una piccola serie di friend da BD 0,3 a BD 0,75 oltre a 5/6 viti da ghiaccio. Se ci sono altre cordate sulla via usare la sosta originale di L1 di Edelweiss (più a destra) o aspettare che non ci sia più nessuno sulla via, neanche in calata. Eventuali blocchi di ghiaccio dalla frangia sommitale percorrono la L1 di Medusa quasi completamente.
La cascata in oggetto è la seconda da sinistra guardando la parete, caratterizzata da una grande frangia sospesa.
L1: primo tiro di Medusa. Con poco ghiaccio occorre proteggersi con un friend e reperire un chiodo prima di raggiungere l’unico spit del tiro. che protegge un passo atletico in strapiombo per ristabilirsi su ghiaccio (M5). Da lì risalti (WI3 con passi di misto) fin sotto alla sosta dove con poco ghiaccio occorre di nuovo fare qualche movimento di dry non proprio banale (M4). Visibile la sosta originale di L1 di Edelweiss ancora più a destra, utile in caso di traffico e/o per stare al riparo da eventuali crolli dalla frangia superiore.
L2: Si raggiunge su ghiaccio il primo spit di Edelweiss e da lì si continua in total dry per spit (allungati con cordoni) in totale sicurezza, ma anche in strapiombo marcato. In assenza totale di ghiaccio gli agganci sono molto difficili da trovare e su roccia dubbia. Dall’ultimo spit alla frangia è possibile integrare con un buon friend da allungare bene per evitare attriti eccessivi; globalmente M8, forse più facile con più ghiaccio. Il passaggio da roccia a ghiaccio non è estremo, ma è molto fisico e molto aereo e di fatto protetto da un friend o da uno spit molto lontano. Una volta ristabiliti su ghiaccio si continua ancora per quindicina di metri su muro verticale (WI5) fino alla fine delle difficoltà. Sosta su albero dal quale con una doppia da 60 m si ritorna agli zaini.
- Bibliografia:
- Matteo Giglio - Effimeri Barbagli - 2014 Tipografia Valdostana