Dopo circa 1 km, presso un'ampia curva verso destra, si prende a sinistra la strada sterrata che si inoltra nella Valle del Rio Ponci. Subito a sinistra appena imboccata la sterrata nel bosco si può vedere un "Menhir", un monolite dalle vaghe sembianze umane, che raffigurerebbe il Dio Celtico "Pen" con lo sguardo rivolto verso la Rocca di Corno.
Dopo circa 700m., si posteggia l'auto in un piccolo slargo sotto la Rocca di Corno, nei pressi di un tabellone ormai illegibile e dove si arriverà dalla Rocca di Corno.
Ci si inoltra sulla strada sterrata lungo la Val Ponci, il nostro segnavia è un pallino rosso pieno che seguiremo fino alla Colla di Magnone, per un tratto gli si affianca la freccia gialla della Via della Costa. Poco dopo la partenza si trova il primo e meglio conservato dei 5 ponti Romani della Via Julia Augusta nella Val Ponci, il Ponte delle Fate.
Poco prima del ponte parte a destra un sentiero in salita (palina del ponte) che porta con una deviazione all’Arma delle Fate. Il sentiero sale ripido nel bosco, arriva ad una bassa bastionata rocciosa, prosegue lungo la base della bastionata andando verso destra, perdendosi un po tra la vegetazione, si passano delle rocce lisce inclinate, scivolose se bagnate, e sempre seguendo la suggestiva parete rocciosa caratterizzata da curiose erosioni alveolari, si arriva all’ingresso della grotta Arma delle Fate. Il grande ingresso della grotta è chiuso da un muro in pietra con sopra una cancellata in ferro, la porta a oggi è aperta. La grande caverna ha due sale su due livelli diversi, si può accedere alla sala superiore tramite una scaletta in legno, di dubbia robustezza, dalla sala superiore tramite un altra scaletta in legno ancora più malridotta, si accede tramite cunicoli alle quattro sale interne. La grotta è molto famosa per i ritrovamenti di resti di animali, tra cui l’Ursus Spelaeus e dell’uomo di Neanderthal. Si ritorna ora al Ponte delle Fate seguendo a ritroso il sentiero di salita.
Passato il bellissimo Ponte delle Fate si prosegue sulla strada sterrata, si oltrepassa un agriturismo ed alcune case coloniche, si prosegue tra muri a secco e vigneti, la strada diventa una mulattiera e per un breve tratto percorre il greto asciutto del torrente fossile, (che nelle recenti alluvioni era ben pieno e ricco d’acqua). Si segue sempre il segnavia pallino rosso tralasciando la deviazione a sinistra per la Valle dei Frassini. Si giunge poi ai resti del Ponte Sordo di cui rimane la rampa di accesso recentemente restaurata, si giunge quindi in breve al Ponte delle Voze o Ponte Muto in ottimo stato di conservazione. Si prosegue sempre col nostro segnavia verso sinistra lasciando un bivio a destra, si trova lungo il percorso un tratto di mulattiera dove affiorano i resti dell’antico selciato romano con i solchi segnati dalle ruote dei carri. Appena passato un tratto in una stretta ed alta trincea, si trova a destra la deviazione segnata da un ometto con un cartello sopra, per le antiche Cave Romane. Si segue il sentierino segnato in blu, sbiadito, che sale nella boscaglia e giunge in breve a delle paretine rocciose dove si trovano le vecchie Cave Romane.
Ritornati sui nostri passi al nostro itinerario, si giunge al Ponte dell’Acqua, ancora ben conservato, dove si trova la “Cà Du Puncìn”, con una sorgente d’acqua che esce da sotto la casa. Qui si prosegue dritto tralasciando il bivio a sinistra tre bollini rossi che sale alla Cappelletta Votiva di Portio, si passa nei pressi del Ponte di Magnone, di cui rimangono pochi resti persi nella vegetazione, giungendo infine alla Colla di Magnone m.317 dove sorge la chiesetta di San Giacomo e si trova una strada asfaltata e alcune case. Alla colla vi è una panchina dove è possibile godersi una pausa mangereccia. Qui finisce il segnavia bollino rosso pieno che abbiamo seguito fin ora e di fianco, a sinistra, da dove siamo sbucati sull’asfalto parte una stradina sterrata, che poi diventa sentiero, con segnavia un rombo rosso vuoto che seguiremo fino a sotto la Rocca di Corno dove abbiamo lasciato l’auto. Si trovano sul percorso i resti di un “sentiero parlante” attrezzato per permetterne la frequentazione ai non vedenti. Purtroppo come molte cose in Italia, vandali ne hanno distrutto le strutture acustiche e tattili….
Il sentiero sale nel bosco tra caratteristiche rocce verdi per scollinare e scendere dall’altro lato diventando una stradella, evitare vari bivi ai lati non segnati e seguire il sentiero principale fino a degli abeti e ad un quadrivio dove si trova la Cappelletta Votiva di Portio e dove arriva e prosegue il sentiero tre bollini rossi lasciato alla Cà du Puncìn. Davanti a noi, senso di marcia, si trova imponente la Rocca degli Uccelli, con sopra un vecchio ripetitore antenna. Al quadrivio si prosegue dritti sempre col rombo rosso, giunti in breve ad un bivio a destra, ometto, lo si segue e in breve con un percorso un po tortuoso si giunge alla Rocca degli Uccelli m.371, punto più alto del nostro itinerario: ATTENZIONE la parete nord della Rocca degli Uccelli dove si trova il ripetitore è a picco e strapiombante sulla valle sottostante e molti chiodi spuntano sulla roccia. Ritornati al sentiero principale si arriva al Ciappo del Sale m.320, una lastronata rocciosa dove si trovano antiche incisioni rupestri. Più piccolo del noto e famoso Ciappo delle Conche, ma comunque meritevole di una visita attenta.
Si continua sulla panoramica sommità rocciosa col sentiero immerso nella caratteristica vegetazione del finalese, è possibile notare i solchi vallivi dell’entroterra finalese ricchi di falesie. Si passa una vecchia voliera (?) abbandonata. Quando si arriva agli scalini di roccia dove a destra si scende dalla Rocca di Corno, segnavia Sentiero Ermano Fossati, si prosegue verso sinistra per arrivare sulle pareti a picco della Rocca di Corno, attenzione! E’ ben evidente da qui il Gradino Morfologico della Val Ponci e le Marmitte dei Giganti prima del salto.
Si ritorna sui nostri passi fino alla discesa dove prima si è deviato e si scende con cautela, nei punti più ripidi vi sono delle corde che facilitano la discesa. Passate le belle e assolate falesie della Rocca di Corno si torna al punto di partenza dove si attraversa il Rio Ponci e si possono vedere, facendo attenzione, le Marmitte dei Giganti e il Salto Morfologico concludendo l’interessante anello.
- Cartografia:
- Alp n°2 Finalese